CREMA (Cremona) – Il mercato di Babele. Così potrebbe essere definito quello che si tiene tre volte alla settimana in via Verdi. Multilingue, multietnico, per un terzo gestito da extracomunitari. Negli ultimi anni, il numero di ambulanti stranieri che dispongono i loro banchi in città è lievitato, fino a raggiungere le 40 unità sui 120 banchi presenti.
Secondo i dati forniti dall’Ufficio commercio del Comune, complessivamente è aumentato il numero di licenze rilasciate a commercianti non italiani. Oltre alle 40 del mercato, ci sono le 16 del commercio fisso, le 6 per i pubblici esercizi, e le 8 degli ambulanti itineranti, per un totale di 70.
Numeri ancora contenuti, tutto sommato, rispetto ad altre realtà più globalizzate, ma comunque in costante crescita. Considerato che sul territorio comunale le licenze per il commercio fisso cono 748, quelle rilasciate agli stranieri rappresentano il 2,2%.
La percentuale aumenta per quanto concerne gli ambulanti, che tra fissi e itineranti sono 48 su 378, vale a dire il 12,7%, mentre i 6 bar gestiti da stranieri costituiscono soltanto il 2,7% su un totale di 221 pubblici esercizi.
Riguardo alla provenienza, la maggior parte dei commercianti stranieri sono asiatici. Per quanto concerne gli ambulanti del mercato, 34 sono cinesi, 4 del Bangladesh e 2 egiziani. Di questi, uno solo vende generi alimentari.
Degli ambulanti itineranti, quattro sono cinesi, uno algerino, uno boliviano, uno egiziano e uno indiano. Nessuno di loro vende generi prima necessità.
Più variegata invece la nazionalità di coloro che operano nel commercio fisso. La prevalenza è di cittadini egiziani (6), seguiti da cinesi (4), da due società austriache che gestiscono altrettanti supermercati e da un rappresentante a testa per Argentina, Costa d’Avorio, Germania e Iran.
Nei pubblici esercizi, infine, quattro sono gestiti da cittadini con passaporto cinese, uno da un irlandese e un altro da un italo-brasiliano con doppia nazionalità.
Dall’Ufficio commercio fanno sapere che «il numero di cittadini stranieri che chiedono il rilascio di una licenza commerciale è in aumento, ma molti di loro non riescono poi a pagare l’affitto del locale e alla fine chiudono bottega».
Il fenomeno più eclatante lo si ravvisa al mercato coperto, dove gli stranieri stanno lentamente acquistando le licenze degli italiani che cessano l’attività. La maggior parte sono orientali, che vendono articoli di abbigliamento o accessori.
Nel commercio fisso, invece, ciò che spicca sono i venditori di kebab, che stanno ormai eguagliando in numero le pizzerie da asporto. L’unico modo per mettere d’accordo tutti è una bella pizza al kebab.
C’è già chi l’ha inventata.