MILANO – La prima partita della battaglia legale tra Prada e la famiglia Faccioli per il controllo di Cova, la nota pasticceria milanese di via Montenapoleone, si chiude uno a zero per gli azionisti storici. A fine giugno hanno venduto la maggioranza delle attività a Lvmh (Vuitton).
Cova: respinto il sequestro del marchio
Il tribunale di Milano ha respinto la richiesta di sequestro del marchio Cova e della società che gestisce lo storico caffè del quadrilatero della moda, inoltrata da Prada ancora prima dell’annuncio dell’accordo con i francesi, il 27 giugno.
Il sequestro è stato chiesto nell’ambito del contenzioso avviato dal gruppo guidato da Patrizio Bertelli. Dopo mesi di trattative chiuse poi con la vendita a Bernard Arnault, ha deciso di portare in giudizio la famiglia Faccioli; ritenendo di avere dei diritti sia sul marchio sia su una quota dell’80% nella società operativa Cova Montenapoleone srl.
Una storia di compravvendita?
Per Prada, le lettere scambiate nel corso dei negoziati con la famiglia Faccioli sarebbero infatti alla base di un vero e proprio accordo di compravendita. Il gruppo francese è comunque coinvolto. Nonostante il contenzioso non riguardi nel dettaglio la vendita a Lvmh; che ha rilevato l’80% della holding a monte di tutte le attività, Pasticceria Confetteria Cova, per una cifra intorno a 33 milioni.
L’atto di citazione, mediante il quale Prada avanza pretese in riferimento a un presunto accordo sul trasferimento del marchio e la partecipazione in Cova Montenapoleone, è stato infatti notificato lo scorso 17 giugno proprio alla società Pasticceria Confetteria Cova. Passata poi nelle mani dei francesi, eccetto una quota del 20% rimasta alle figlie di Mario Faccioli e Graziella Copeta, Daniela e Paola.
La guerra legale continua
Sempre alla holding, il 18 giugno è arrivata la notifica di un ricorso per il sequestro giudiziario della società operativa e del marchio. Comprensivo dei diritti derivanti dalle relative registrazioni e domande di registrazione effettuate dalla società.
Di conseguenza, la famiglia Faccioli ha ratificato il mandato allo studio legale Chiomenti, che sta seguendo la questione. Al lavoro per Prada, che preferisce non fare commenti nè sulla vicenda nè su un possibile ricorso contro la decisione del tribunale, ci sono gli avvocati dello studio Bonelli Erede Pappalardo. Lvmh è stata assistita da Nctm.