domenica 22 Dicembre 2024
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La tradizione dell’espresso napoletano classico nelle performance di Costanzo

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MILANO – Costanzo Francesco è il titolare della caffetteria Gran Caffè Costanzo di Frattaminore (Napoli). Un marchio rinomato per la qualità del caffè servito nel locale.

Francesco Costanzo scende in piazza per riscattare e far conoscere il vero caffè napoletano con la sua maestria nel prepararlo

Racconta Francesco Costanzo: “Esistono mestieri che hanno subito un’evoluzione. E con questo non si intende una modifica o un cambiamento nella tecnica di lavoro. Anche se, certamente, piccoli dettagli lo hanno perfezionato.

Per evoluzione intendo un mestiere che diventa Arte, Culto, Storia, Rito… in poche parole “identità del territorio”.

Quante volte abbiamo sentito parlare di caffè napoletano?

Continua Francesco Costanzo: “Da sempre questa definizione è stata usata per sottolineare la qualità e la particolarità del caffè. Ma lanciamo prima uno sguardo alla sua storia. Vedremo che, mentre questa bevanda faceva le prime comparse fra le strade Italiane, pare che Alfonso D’Aragona già la conoscesse. Questo grazie alla sua flotta navale la quale importava tutti i prodotti orientali nel 1450

E, mentre la bevanda nera faceva fatica ad essere accettata, in quanto considerata satanica a causa dell’origine e dei suoi effetti, a Napoli veniva già consumata dopo i banchetti reali. La Regina Maria Carolina d’Asburgo infatti, invitava i propri ospiti nella sala del caffè dove ad aspettarli c’erano i primi baristi napoletani con le giubbe bianche.

Nell’800 le strade di Napoli iniziarono a riempirsi di caffettieri ambulanti

Nel 900 il caffè entra nelle case grazie alla modifica di un’idea di Mourize, inventore della pre-cuccumella. Le prime macchine a leva complesse ma non per i napoletani, diventati subito abili nel manovrarle.

Anche le miscele facevano la differenza. Finalmente composte dalla giusta percentuale di arabica e robusta e cotte a mantello di monaco. Così come cita Edoardo De Filippo in una sua opera. La particolare miscela e l’impeccabile manodopera iniziarono a fare la storia del caffè napoletano.”

Cosa è cambiato ora?

Ancora Costanzo Francesco: “Assolutamente nulla! Bisogna solo sottolineare che non tutti
fanno questo mestiere come si dovrebbe. Danneggiando un’arte che va preservata. Questo è il motivo del nostro evento, ricordare la nostra strada, la nostra storia; la nostra arte, la nostra identità.

Il 27 settembre ci sarà una mia performance per sottolineare le nostre tecniche, le nostre caratteristiche. Un’occasione in cui sarò affiancato dai migliori del settore secondo il mio parere: La San Marco, Brasilena, Nicola Bianco, Pulicaff e Cartoplastic.

La spettacolarità dell’evento e la qualità dei caffè, la sfida al limite umano nella rapidità dell’estrazione con la leva, garantiranno una performance suggestiva. Ringrazio la giunta comunale di Napoli e l’associazione culturale Atella in Arte per aver creduto in me e soprattutto nella mia arte.”

Francesco Costanzo

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