MILANO – La foto che immortala due signori che cercano di offrirsi un caffè tenendo a mezz’aria su un vassoio tazzine e moka, ha fatto davvero il giro del mondo in pochissimo tempo. E, vista oggi, rappresenta una bella speranza per questo Natale che ci ritrova uniti a tavola, magari bevendo caffè.
Ricordiamo la storia di questa immagine simbolo.
Nel 2020, in pieno lockdown, quando anche solo bere l’espresso in compagnia era diventata una cosa proibita, il gesto immortalato da Costanzo D’Angelo si è fatto strada nell’immaginario di tutti, diventando il simbolo di un bisogno che tutti nutrivano nel cuore: la condivisione, il contatto, anche in un contesto dove tutto lo aveva reso impossibile.
La cosa bella dei social è che permettono di arrivare ovunque in breve tempo con la potenza del messaggio, ma può anche esser un’arma a doppio taglio: di questo scatto iconico tutti ricordano la forza e la bellezza, ma in pochissimi sanno chi sta dietro l’obiettivo e la storia in cui è avvenuto quell’istante. A partire dalla città: da molti scambiata per Napoli, da altrettanti attribuita a diverse località italiane…
La realtà ce l’ha spiegata proprio D’Angelo, che ridendo si è presentato come: “Il fotografo anonimo più famoso del mondo”.
Effettivamente, ci ha anche confessato: “Mia figlia mi ha chiamato il 2 maggio, dicendomi che Chiara Ferragni aveva condiviso la mia foto, purtroppo però senza citarmi.” Cerchiamo allora di dar luce a chi ha reso impresso un momento epocale.
Risvegli all’italiana: il nome della foto senza tempo e anche di una mostra che ha raccolto oltre 20mila ritratti di un periodo che sembra passato, ma che è ancora ben impresso in abitudini e consumi di tutto il mondo.
D’Angelo, nel 2020, la foto che può esser considerato il simbolo del caffè durante la pandemia: ci racconta com’è nato quello scatto che tutti conosciamo?
Racconta l’artista: “Quando siamo entrati in lockdown, avevo comunque la possibilità per professione di uscire per documentare quello che accadeva in città: così ho raccolto circa 20mila immagini composte dentro la città, perché credo che il compito di un fotografo sia quello di testimoniare momenti come quelli, così particolari. Il mio approccio quindi è più quello del reporter.
Ed ecco cosa è successo: il primo maggio del 2020 sono uscito di casa e per strada ho incontrato un amico che fa l’operatore video e siamo andati insieme in giro per riprendere i negozi chiusi in una data significativa. È stato per caso che nella nostra passeggiata abbiamo notato quello scambio di caffè, che è durato il tempo di cinque minuti, il tanto da sistemare la prolunga e far passare tazzine e moka.
Ho scattato e l’ho pubblicata sui miei profili: è scoppiato il delirio ed è stata immediatamente condivisa da tutti. La cosa che più mi ha stupito è stato il successo che ha riscontrato nei Paesi Arabi, rispetto ad un gesto così italiano, così nostra, è stata apprezzata e ripostata.
L’altra particolarità è stato il fatto è che tutti hanno pensato che si trattasse di Napoli. Eppure, non lo è.”
D’Angelo svela: “Vivo da 25 anni in Abruzzo. Il mio studio fotografico è a Vasto. Ed è proprio di Vasto, la foto”
“Durante il lockdown ho approfittato del vuoto di persone per raggiungere diversi luoghi come chiese, ospedali, città. Da queste mie incursioni è nata una mostra fotografica a Vasto “Risvegli” (con una selezione di 69 stampe, come i giorni di lockdown). – continua a spiegare D’Angelo – Il bello è che tutti si sono sentiti rappresentati, proprio come se fosse stata la loro città: i veneziani hanno pensato lo stesso che fosse stata scattata da loro.
A Genova l’hanno addirittura modificata, posizionando la bandiera della loro città. C’è stata una rivolta popolare di Vasto. – scherza D’Angelo – Quando l’immagine è diventata virale, ho pensato che fosse un mio regalo all’umanità: ho visto comparire lo scatto in Cina, in Russia, in Brasile. Ho collezionato oltre 3000 screenshot di persone che l’ha condivisa ovunque. Qualcuno addirittura ci ha visto un richiamo alla famosa figura della Cappella Sistina, nel contatto tra le mani. Mi ha fatto felice. Ognuno ci vede quello che desidera. Ed è stata persino eletta foto dell’anno in Marocco.”.
“Ho raggiunto il mio obiettivo: cercare emozioni e documentarle”
“Facendo passare un messaggio. La solidarietà è il sentimento che volevo trasmettere, nonostante tutti i limiti dettati da quel periodo, l’umanità era ancora viva. Un gesto di questo tipo, del passaggio tra i balconi, vuole esser il superamento di qualsiasi distanza. Il caffè per noi è un elemento particolare: non è solo il bere un caffè al bar, ma è il condividere un momento con qualcuno di caro. Di quella foto, se si aguzza bene la vista, è bello notare un dettaglio: sulla tazzina celeste c’è la scritta “ti amo”.
D’Angelo: “E’ stata la foto giusta al momento giusto: ci ha fatto tornare uniti”
“E’ il bello delle opere d’arte: se la foto arriva senza spiegazioni, l’obiettivo è raggiunto. Mia mamma mi dice spesso che se avessi ricevuto un centesimo per ogni condivisione, ora vivrei su una mia isola.”
Altre immagini raccolte fuori dalle case
Un ritratto di una barista nel suo quotidiano, scattato “A Vasto durante il periodo del Covid. Mi affascinava vedere con quanta passione, nonostante i dispositivi di sicurezza (guanti e mascherina), la ragazza mi preparasse comunque il mio espresso. Confermando quello che più amo del bere il caffè al bar o con gli amici: il piacere è nello stare insieme.”
E poi, torna protagonista la tazzina, con un’ombra proiettata che però scalda il cuore – in tutti i sensi – D’Angelo commenta brevemente, perché alla fine, l’immagine parla da sola: “Mi sono seduto e, quando ho poggiato la tazzina sul tavolino, ho notato l’ombra creata dalla tendina che stava sulla vetrina.”