Costa punta sul mercato cinese. La popolare catena britannica, operante nel paese asiatico attraverso due joint-venture, vuole triplicare il numero di locali in Cina, portandoli dagli attuali 344 (di cui 43 aperti nel corso dell’ultimo esercizio) a quasi un migliaio.
Progetti ambiziosi anche in UK, dove Costa vuole espandere il numero di location di un buon 25%, dalle attuali 1.931 a 2.500, entro il 2020.
Costa Enterprise, che comprende Costa Express (vending), punta a sua volta sul raddoppio del proprio business attraverso l’entrata in nuovi canali commerciali, sia in UK che all’estero.
Obiettivi legittimati dai più recenti risultati di gestione. Nell’esercizio conclusosi il 26 febbraio, il fatturato su scala globale è cresciuto del 17,9% a 951,9 milioni di sterline (oltre 1,27 miliardi di euro). Nel Regno Unito, l’incremento è stato del 16,2%, con un +6% a parità di perimetro e un +4,6% nelle transazioni per punto vendita.
L’intero segmento delle caffetterie a marchio manterrà il suo dinamismo anche nei prossimi anni. Secondo il noto analista specializzato Allegra Strategies, il ritmo di crescita rimarrà attorno al 5% annuo di qui alla fine del decennio.
Sul fronte dei pubblici esercizi va osservata intanto una crescente invasione di campo reciproca tra caffetterie e ristorazione veloce.
Da un lato, pub, fast-food, paninoteche (da Wetherspoons a Prêt-à-manger) puntano sempre più spesso sull’offerta di caffetteria per allargare target e fasce orarie.
Sull’altro fronte, i coffee shop ampliano l’offerta gastronomica puntando anche alla fascia serale.
Emblematico il programma Starbucks Evenings – con piatti caldi, snack vini e birra – che ha debuttato di recente nel rinnovato locale all’interno dell’aeroporto di Stansted. Per il momento un semplice esperimento.
Ma in caso di successo, la formula potrebbe essere replicata in altre location. Negli States, Starbucks Evenings è già una realtà in decine di locali, da Seattle a Portland, da Chicago ad Atlanta.
