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venerdì 22 Novembre 2024
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Costa d’Avorio: scarti del cacao per alimentare un impianto di biomasse

La centrale, che sarà operativa nel 2023, verrà costruita dalla società ivoriana Société des Energie Nouvelles (Soden), con l’aiuto dell’agenzia al commercio e allo sviluppo degli Stati Uniti d’America

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MILANO – Sostenibilità al primo posto lungo tutte le filiere, anche in quella del cacao, di cui la Costa d’Avorio è il più grande produttore. Proprio per questo, il Paese si è mosso per elaborare delle nuove soluzioni che possano sfruttare anche gli scarti di questa materia prima come fonte energetica. Leggiamo di questo esempio di economia circolare dall’articolo di Giuseppe De Santis su ilprimatonazionale.it.

Costa D’Avorio, dal cacao, energia

Come ogni prodotto dell’agricoltura, anch’esso produce tuttavia degli scarti che, se non trattati in maniera corretta, possono creare problemi di natura ambientale. Adesso però qualcuno ha avuto la brillante idea di usare questi scarti di lavorazione per alimentare una centrale a biomasse. Risolvendo così due problemi in uno: quello dell’accesso all’energia elettrica e quello della tutela dell’ecosistema.

L’impianto a biomasse sarà realizzato nella città di Divo

Che si trova in una delle regioni della Costa d’Avorio con la più alta produzione di cacao e produrrà abbastanza elettricità da soddisfare la domanda di 1,7 milioni di persone. La centrale, che sarà operativa nel 2023, verrà costruita dalla società ivoriana Société des Energie Nouvelles (Soden), con l’aiuto dell’agenzia al commercio e allo sviluppo degli Stati Uniti d’America. Una volta in funzione sarà in grado di produrre dai 46 ai 70 megawatt di energia all’anno. Contribuendo così a ridurre le emissioni di anidride carbonica per quasi 5 milioni di tonnellate.

Obiettivo: 42% di fonti rinnovabili entro il 2030

La realizzazione dell’impianto si pone nel solco della strategia di medio termine della Costa d’Avorio. La nazione africana produce, ad oggi, quasi tutta la sua energia da combustibili fossili. L’obiettivo è di raggiungere, entro il 2030, una quota pari al 42% di fonti rinnovabili. Il progetto avrà un costo stimato pari a circa 212 milioni di euro (250 milioni di dollari). Non sarà però l’unico di questo tipo. Altri nove sono in cantiere in regioni ad alta intensità di coltivazioni, così da avere biomasse pronte per l’uso. Non solo: oltre a produrre elettricità, questi impianti forniranno anche una fonte di reddito extra ai coltivatori di cacao. I quali potranno dunque monetizzare dalla vendita di materiale di scarto che, altrimenti, andrebbe buttato.

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