MILANO – Una minuscola vespa potrebbe salvare le piantagioni delle Hawaii dalla piaga della scolite del caffè. L’Hypothenemus hampei – nome scientifico della scolite del caffè, detta anche broca del café in spagnolo e coffee berry borer (Cbb) in inglese– è un piccolo coleottero (2,5-3 mm), originario dell’Africa, che attacca le ciliegie verdi o mature perforando e tunnelizzando l’apice dei semi e depositandovi decine di larve.
Conseguenze: caduta dei frutti, perdita di peso dei chicchi e decadimento della qualità.
Inoltre, il frutto attaccato e indebolito rischia di diventare facile bersaglio di funghi, che possono, a loro volta, produrvi tossine dannose.
La lotta contro la Cbb è stata attuata tradizionalmente mediante l’utilizzo di trappole o prodotti fumiganti. Mezzi efficaci, ma dannosi per l’ambiente. In tempi più recenti sono state messe a punto tecniche di lotta biologica, che hanno dato buoni risultati.
Già dagli anni duemila si utilizza, ad esempio, la Cephalonomia stephanoderis, una vespa africana impiegata con successo anche nella protezione dei vigneti italiani. Alle Hawaii si punta a utilizzare un’altra antagonista naturale della scolite: la Phymastichus coffea.
Virtualmente invisibile a occhio nudo, la P. coffea è un endoparassitoide della scolite, originario anch’esso dell’Africa, già introdotto con buoni risultati in altri paesi produttori.
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