MILANO — Robotica e intelligenza artificiale nell’hôtellerie: sarà più una bizzarria per attirare clienti curiosi o una reale innovazione? Certamente, la tecnologia ha la capacità di snellire i processi, fornire informazioni preziose sull’ospite, utilissime per personalizzare il servizio e migliorare l’esperienza del soggiorno.
Ciò vale anche per il settore della caffetteria. In varie pari del mondo sono già sorti i primi bar dove i robot sostituiscono i baristi.
O perlomeno provano a farlo. E i distributori automatici capaci di riconoscere il cliente e individuarne i gusti. Ma ecco alcune applicazioni già utilizzate nella gestione del cliente.
Robot in albergo
I robot guidati da un’intelligenza artificiale sono già una realtà. Un esempio è Connie di Hilton, un portiere robotizzato che utilizza una piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata da IBM.
Grazie alle sue capacità di riconoscimento vocale, è in grado di dialogare con gli ospiti e rispondere alle loro domande, ad esempio dare informazioni turistiche. È in grado di imparare dal linguaggio umano e adattarsi alle persone, dunque più i clienti ci parlano, meglio interagisce.
A Nagasaki, in Giappone, l’Henn-na Hotel è il primo hotel al mondo ad essere interamente gestito da robot, che sono utilizzati per dare informazioni (sono schierati alla reception in varie “modalità”, dalla algida signorina quasi umana a dei bizzari coccodrilli-godzilla). Ma anche per eseguire servizi di archiviazione e check-in e check-out, utilizzando tecnologie come il riconoscimento vocale e facciale.
Con le chatbot risposte veloci, e sempre
Le chatbot sono già spesso utilizzate sui social media dell’albergo, perché consentono ai clienti di porre domande e ottenere risposte quasi istantanee, 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana.
Un servizio prezioso per gli hotel, ma che potrebbe risultare utile anche per i ristoranti, spesso contattati da varie parti del mondo con fusi orari anche opposti. Perché fornisce tempi di risposta quasi impossibili da mantenere nell’interazione “tra umani”.
Usare l’albergo come showroom
Sempre più persone sono abituate a fare acquisti via mobile, in qualsiasi momento e ovunque, anche in viaggio? E allora perché non trasformare l’albergo, sia le camere che gli spazi comuni, in un gigantesco showroom, dove poter testare e proporre prodotti utili al viaggio o da portare a casa?
È quello che sta facendo Jd.com, gigante dell’e-commerce cinese, che ha avviato una partnership con alcune importanti catene di alberghi, come Sheraton e Wanda.
L’uso di questo tipo di tecnologie comporta vantaggi e svantaggi. È un fatto che i robot non si stancano, non si annoiano, possono lavorare 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana e non richiedono uno stipendio, eseguendo molte attività (specie mansioni ripetitive o di basso concetto) più velocemente degli uomini, e senza errori. Inoltre, possono operare in ambienti pericolosi o ostili.
Allo stesso tempo però l’automazione può alienare certi tipi di ospiti, diffidenti o insofferenti alla freddezza delle macchine, e che richiedono un’attenzione e un “calore” squisitamente umani. Inoltre, gli investimenti iniziali e i costi di manutenzione associati alle tecnologie più avanzate possono essere elevati.
Infine, anche le intelligenze artificiali ad oggi disponibili non sono in grado di agire al di fuori dei parametri programmati, e hanno difficoltà ad affrontare situazioni impreviste.