MILANO – Il piatto piange e i prezzi salgono ancora a New York e a Londra. Gli operatori continuano a ritirare le scorte in giacenza nei magazzini certificati, ridotte ormai a poco più di 300 mila sacchi (ieri, esattamente a 302.235 sacchi). E nessuna sembra avere interesse, al momento, a sottoporre nuovi lotti alla certificazione. Una situazione che mette in forte tensione le scadenze più prossime del contratto newyorchese.
Dopo le parziali prese di beneficio di martedì, favorite dal rivalutarsi del dollaro, l’Ice Arabica è infatti tornato a salire in queste ultime due giornate: +280 punti mercoledì e +445 punti nella seduta di ieri, giovedì 9 novembre.
Il contratto per scadenza dicembre è risalito così a 178,80 centesimi, livello massimo per la scadenza ravvicinata dalla seconda metà di giugno.
Il contratto per scadenza marzo 2024, che attrae ormai i volumi maggiori, cresce in minor misura (+210 punti) e chiude a 174,20 centesimi, riflettendo il consolidarsi di una situazione di mercato inverso tra la seconda e la prima posizione, mentre la terza posizione (maggio 2024) chiude anch’essa a 174,20.
Il contango si ristabilisce a partire dalla quarta posizione (luglio 2024). L’Ice Robusta ha guadagnato, a sua volta, 72 dollari in due giorni terminando, sempre giovedì, a quota 2.430, massimo delle ultime due settimane.
La borsa londinese presenta anch’essa una condizione di mercato inverso, che si estende in questo caso a tutte le scadenze.
E pure nel caso dell’Ice Robusta, le scorte certificate sono su livelli bassissimi, poco al di sopra del minimo storico del contratto.
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