MILANO – I mercati del caffè si interrogano sulle ripercussioni potenziali dell’Accordo politico raggiunto, a inizio dicembre, tra Parlamento e Consiglio europeo, per vietare l’importazione nell’UE di tutta una serie di prodotti – in primo luogo, cacao, caffè e la soia – quando questi contribuiscano alla deforestazione.
La norma interesserà anche olio di palma, legno, carne bovina e gomma, nonché vari prodotti associati (pelle, cioccolato, mobili, carta, carbone, ecc.), la cui importazione sarà vietata se essi provengono “da terreni disboscati dopo il dicembre 2020”, spiega il Parlamento europeo in una nota.
Con questa nuova legislazione, la Commissione europea allinea le sue politiche commerciali agli impegni assunti sul clima nel più ampio contesto del Green Deal europeo.
Cosa cambia per le aziende?
Cosa dovranno fare le aziende? Diventerà obbligatorio verificare ed emettere una cosiddetta dichiarazione di “due diligence” sull’origine delle loro merci garantendo che esse non hanno abbiano portato alla deforestazione o al degrado forestale, in qualsiasi parte del mondo, dopo il 31 dicembre 2020.
Le aziende dovranno anche verificare che i diritti umani – e, in particolar modo i diritti delle popolazioni indigene interessate – siano stati rispettati.
L’Ice Arabica ha emesso, venerdì 17 febbraio, un avviso nel quale prefigura potenziali emendamenti al contratto “C”, che potrebbero rendersi necessari in considerazione delle nuove norme europee.
Ben tre porti di consegna della borsa newyorchese si trovano infatti sul suolo dell’Unione
con il 93% delle scorte certificate stoccate attualmente nello scalo belga di Anversa.
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