MILANO – Il caffè veniva chiamato in passato “Vino d’Arabia” e la tradizione del caffè arabo – con le sue usanze, i suoi riti e la sua cultura conviviale – è stata riconosciuta nel 2015 patrimonio immateriale dell’Unesco. Pochi sanno però che in Arabia Saudita il caffè viene anche coltivato.
Una produzione poco più che simbolica – qualche centinaia di tonnellate – ma in crescita, che si concentra in tre distinte aree localizzate nel sud-ovest del paese.
Allo scopo di valorizzare questa ricca tradizione, vivissima anche nel presente, il governo del Cairo ha deciso di proclamare il 2022 “Anno del caffè saudita”.
In programma – con la regia del ministero della cultura – un programma ricco di appuntamenti, che si dipanerà nell’arco dei 12 mesi. Con un ulteriore obiettivo: promuovere la filiera locale e far conoscere il caffè saudita al resto del mondo.
L’iniziativa, che è parte del programma governativo 2030 Quality of Life, è stata annunciata a Riyadh dal ministro della cultura, il principe Badr bin Abdullah bin Farhan Al Saud.
Presentati nella stessa occasione l’identità visuale e il sito web dedicato. Il logo si ispira al Finjal, la caratteristica tazzina utilizzata per bere il caffè nel medio oriente, considerata un simbolo della generosità e dell’ospitalità saudita.
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