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Come bar e ricettività trainano mobile e arredo made in Italy

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MILANO — L’ospitalità motore del settore italiano del mobile e dell’arredo. Gli allestimenti nel settore della ricettività, che comprendono anche bar, caffetterie, ristoranti, alberghi, danno un contributo fondamentale a questo comparto, dove il Made in Italy primeggia soprattutto nel segmento del lusso, in grande avanzata specie sui mercati asiatici.

È ciò che emerge dai dati che fotografano il mercato mondiale. Che, secondo l’ultimo rapporto Csil, Centro Studi Industria Leggera valutato a prezzi di produzione è stato nel 2017 di 425 miliardi di dollari (362 miliardi di Euro), in aumento sul 2016. Mentre per il 2018 si prevede una crescita del 3,5%.

Un fatturato di oltre 16 miliardi

Le imprese italiane del settore del mobile nel corso del 2017 hanno registrato un fatturato totale del settore che ha superato i 16 miliardi di euro (+2,4% sul 2016). Attive nel settore del mobile in Italia ci sono circa 17.500 aziende che occupano più di 127.600 addetti. La dimensione media delle aziende è dunque di 7,3 addetti.

A livello mondiale, nel 2017 l’Italia si è confermata il terzo Paese per valore delle esportazioni dietro a Cina e Germania. Le vendite di mobili sui mercati esteri rappresentano oltre il 58% del fatturato totale, per un valore di 9,4 miliardi di euro (+3,5% sul 2016).

Grande crescita per i mercati extra-europei

Nonostante siano ancora Francia e Germania (con rispettivamente il 16% e il 10% del totale export) i maggiori Paesi destinatari, le esportazioni verso i mercati extra europei registrano crescite quasi doppie rispetto a quelle sui mercati dell’Unione Europea.

E ciò soprattutto grazie alle buone performance sul mercato degli Stati Uniti e della Cina (10% e 5% di quota). Mentre resta ancora debole la domanda dalla Russia e dai paesi Medio Orientali.

Per quanto riguarda più nello specifico gli arredi contract, il mercato in Europa è tornato a crescere in modo significativo, segnando un +2% nel 2017: la seconda miglior performance a partire dal 2011.

Hospitality volano del contract

Secondo Csil, i segmenti che hanno maggiormente supportato la crescita sono stati soprattutto l’ospitalità, il navale (in particolare il comparto delle navi da crociera) e la ristorazione.

Il segmento dell’arredo per Hospitality si conferma un ottimo volano per il mercato europeo del contract, che copre oltre il 20% del totale. Un trend analogo può essere osservato analizzando il mercato del mobile e dell’arredamento per l’industria dell’Hospitality su scala mondiale.

Italia sempre leader nell’alta gamma

Debole importatore (il grosso viene dalla Cina con il 27% delle importazioni) l’Italia è dunque uno dei maggior esportatori di arredamento del mondo. Anche se dopo il 2006, ultimo anno al top, ha dovuto cedere lo scettro a una Cina pigliatutto, passando da una quota sul totale mondiale del 16% del 2000 al 7% del 2017, ha mantenuto la leadership nell’alto di gamma, dove detiene una quota del 30%.

Un settore in grande spolvero, quello del lusso: secondo uno studio di ApacMarket, raggiungerà i 5,5 miliardi di dollari nel 2020 (4,7 miliardi di euro), con l’hospitality che segnerà crescite maggiori rispetto al residenziale e domestico.

E questo grazie anche al grande sviluppo che stanno avendo la classe media e in particolare il turismo in Cina.

Buone notizie insomma per l’Italia, dove il design e l’arredo, oltre a occupare un posto importante nella bilancia commerciale italiana, sono insieme a moda e food tra i principali veicoli di comunicazione del lifestyle italiano nel mondo.

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