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venerdì 22 Novembre 2024
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Così dei ricercatori svizzeri hanno ricavato metano dai residui del caffè

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BERNA, Svizzera – Ottenere metano a partire dai residui del caffè. L’idea sta diventando realtà grazie ai ricercatori dell’Istituto Paul Scherrer (PSI) di Villigen (nel nord della Svizzera). A mettere a punto, in via sperimentale, il procedimento è stato un team diretto dal professor Frédéric Vogel.

Perché il caffè?

I residui di caffè presentano un elevato tenore di azoto. Lo sanno bene i giardinieri che li usano infatti come concime, con ottimi risultati.

Per questo esperimento, Nestlé ha messo a disposizione residui umidi generati dalla produzione del caffè solubile. Questi fondi sono stati riscaldati alla temperatura di circa 450°C e sottoposti a una pressione di circa 300 bar in un impianto ad hoc.

Stato supercritico

L’acqua contenuta nei residui di caffè passa allora a uno stato detto supercritico, dove non è né liquida né gassosa.

Le sole sostanze nutritive contenute nei fondi di caffè non si sciolgono come farebbero nell’acqua normale, ma possono essere facilmente separate.

Durante la fase successiva, un catalizzatore permette di produrre metano a partire da ciò che resta dei residui di caffè.

I primi risultati sono giudicati promettenti dal PSI. Nel corso di un test sperimentale, infatti, circa il 60% dell’energia contenuta nei fondi di caffè ha potuto essere trasformata in metano.

Non solo caffè

Perché l’esperimento possa fornire migliori riscontri pratici servirà però un impianto più potente, attualmente in costruzione.

Una volta perfezionato, il metodo sviluppato presso il PSI sarà applicabile a svariati tipi di scarti organici, purché abbiano un sufficiente tenore di acqua.

Il metano così ottenuto sarà utilizzabile in vari modi. Lo si potrà immettere direttamente nella rete del gas. Oppure trasformare per produrre elettricità.

Il vantaggio di questo procedimento

Il vantaggio di questo procedimento è che i residui, spesso umidi, non necessitano di essere seccati, per produrre energia.

Un’operazione, quest’ultima, molto dispendiosa. Se lo si paragona ad altri metodi – quali ad esempio l’incinerazione – esso consente dunque di risparmiare energia e ridurre i costi.

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