MILANO – La pandemia è finita, le sue conseguenze sui consumi degli americani, no. Lo dicono i dati del National Coffee Data Trends (Spring 2023), il report a cadenza semestrale della Nca (National Coffee Association of Usa), che dal 1950 analizza le abitudini dei consumatori di caffè di oltreoceano. L’indagine è stata condotta a gennaio di quest’anno su un campione rappresentativo della popolazione adulta degli Stati Uniti. Le conclusioni dello studio sono state rese note questa settimana.
Dal report emerge un quadro dei consumi sostanzialmente stabile. Si calcola che gli americani bevano circa 491 milioni di tazze di caffè al giorno, per un consumo pro capite, della popolazione di età superiore ai 18 anni, pari a 1,9 tazze al giorno – 2,9 tazze tra quanti dichiarano di avere bevuto caffè il giorno precedente.
Il caffè rimane la bevanda più popolare: la consumano quasi due americani su tre (65%). Più dell’acqua minerale (56%), del tè (46%), dell’acqua di rubinetto (appena il 45%), dei soft drink (41%) e dei succhi (22%).
Le cifre disaggregate per età testimoniano un ulteriore livellamento intergenerazionale dei consumi.
Ben il 69% degli over 60 dichiara infatti di avere bevuto caffè il giorno precedente (+1,5% rispetto a gennaio 2020).
Ma il tradizionale primato della parte più anziana della popolazione è ormai insidiato dai quarantenni-cinquantenni (67%), tra i quali si registra un incremento del 6%. E dai ventenni-trentenni (66%), in crescita di quasi il 5%.
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