domenica 22 Dicembre 2024
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Sveliamo come lavora Il chimico napoletano che usa le capsule per diagnosticare il Covid-19

La determinazione e l'ingegno di un team olandese portano alla creazione di un test Covid nel formato delle capsule per caffè. Potrebbe stravolgere il sistema

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MILANO – Il Covid ha cambiato la vita di tutti, limitando incontri e spostamenti. Chi vuole viaggiare deve per forza passare da un tampone per poter esser il più sicuri possibile di non esser portatori del virus. Ma siccome non è sempre immediato riuscire a farselo fare, qualcuno si è ingegnato per trovare un metodo casalingo ed efficace, usando le capsule. Il metodo si chiama CoroNaspresso e leggiamo i dettagli dall’articolo di Gianluca Riccio su futuroprossimo.it.

CoroNaspresso: il monoporzionato che indaga il Covid

Il chimico organico Vittorio Saggiomo, del gruppo Bionanotechnology dell’Università e ricerca di Wageningen in Olanda, ha pensato alle capsule per caffè. Mi verrebbe da dire “in controtendenza”, essendo Saggiomo un mio concittadino napoletano. Evidentemente con la moka non si poteva.

Lo studio di Saggiomo e del suo team sull’argomento è pubblicato nel server di preprint ChemArxiv.

Test che fai, pro e contro che trovi

Diversi test Covid hanno diversi pro e contro nelle loro dinamiche. Il test PCR, ad esempio, è il più accurato. Tuttavia, questo test Covid richiede un ciclo di temperatura accuratamente regolato con attrezzature speciali in un laboratorio, per chi richiede più tempo ed è più costoso.

Il test del flusso laterale (LFT) è molto più economico e veloce, ma anche meno accurato, e rileva la malattia solo nelle persone con elevate cariche virali.

CoroNaspresso, test Covid con capsule per caffè

Saggiomo e i kit di test del suo team, soprannominati CoroNaspresso, sono test Covid di “amplificazione isotermica mediata da loop (LAMP)” realizzati usando una padella bollente e capsule per caffè (come quelle Nespresso, per capirci).Bene. Abbiamo un dispositivo non strumentale, super economico, facile da produrre in milioni di esemplari, quasi universale e con un basso impatto sui rifiuti. Troppo bello per essere vero?

Come funziona il test Covid CoroNaspresso

Iniziamo col dire che questa tipologia di test Covid (il LAMP) ha un grande vantaggio: può essere effettuato a una temperatura fissa (circa 65 ° C o 150 ° F). Questo, oltre al fatto che il test utilizza un semplice indicatore di colore a base di acido per indicare positivo o negativo, ha reso ideale per Saggiomo provare a creare una routine da fare a casa utilizzando semplici elettrodomestici.

Capsule per caffè: ecco il test Covid a domicilio

Per regolare la temperatura per i test, gli scienziati utilizzano tipicamente termostati elettrici. Banalmente, Saggiomo stava lavorando da casa e cercava una soluzione facile. Ha così passato in rassegna sostanze cosiddette “a cambiamento di fase”, che assorbono il calore quando si sciolgono e mantengono una temperatura costante.

Tra questi, Saggiomo ha trovato una cera fatta di un materiale a cambiamento di fase che si scioglieva alla temperatura esatta di cui aveva bisogno. Ha quindi costruito un dispositivo per ospitare i tubi di reazione del test LAMP e pezzi di cera.

Tutto questo doveva essere inserito in un involucro che potesse essere riscaldato senza sciogliersi. Le candidate perfette? Il punto fermo della routine della colazione di Saggiomo: le capsule per caffè.

Niente Nespresso, però

Dopo aver testato diversi metodi per riscaldare il dispositivo, Saggiomo ha trovato il metodo migliore: una semplice pentola di acqua bollente su un fornello.

Saggiomo ha poi chiesto ai membri del suo team di testare il dispositivo “CoroNaspresso”. In questi test Covid, i tamponi di sei persone hanno identificato correttamente tre casi di Covid-19 mostrando colori diversi. Il team di ricercatori afferma che il test, comprese le capsule per caffè, la cera a cambiamento di fase e le fiale, sarebbe facile da produrre in milioni di pezzi.

Le persone potrebbero eseguire il tampone a casa e riscaldare le capsule per ottenere i risultati.

Il costo di ogni dispositivo sarebbe irrisorio: intorno ai 0,20€, facile da usare e anche in gran parte riciclabile.

Il lavoro di Saggiomo potrebbe essere un puro colpo di genio.

Una funzione tipicamente riservata alle macchine avanzate ora potrebbe essere estesa ovunque e a tutti.

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