MILANO – Il mercato del caffè della Corea del sud si conferma tra i più vivaci in estremo oriente. Secondo i dati della Korea Agro-Fisheries & Food Trade Corp., l’import di caffè ha raggiunto, nei primi 5 mesi del 2014, le 52.660 tonnellate, con un incremento del 13,6% rispetto al 2013.
Gli analisti ritengono che i margini di crescita siano ancora notevoli. La partita si gioca, anche e soprattutto, nelle nicchie emergenti di mercato, a cominciare da quella del caffè porzionato.
Come osserva il quotidiano The Korea Herald – citando l’esperto di settore Lee Dae-woo – è in atto una migrazione dei consumi dal fuori casa all’ambito domestico.
“L’espansione nei pubblici esercizi è rallentata eppure l’industria continua a crescere a un ritmo rilevantissimo, a riprova del fatto che sempre più persone amano bere il caffè di qualità anche a casa o sul posto di lavoro” sostiene Lee sottolineando le analogie con altri mercati, sia dell’Asia che del resto del mondo.
I motivi vanno ricercati anche nelle difficoltà economiche degli ultimi anni, che hanno spinto molti consumatori a stringere la cinghia tagliando i consumi voluttuari nel fuori casa.
Molti player di mercato, tra cui anche Starbucks e Tom’n Toms – osserva l’articolo – si sono adeguati al trend promuovendo aggressivamente i prodotti solubili di alta gamma e le macchine a capsule per il mercato domestico.
E proprio il caffè porzionato è uno dei segmenti a maggiore potenziale.
La riprova? L’articolo cita le cifre di Nespresso. Dal 2007 a oggi, le vendite del sistema a capsule più famoso del mondo sono cresciute, in Corea del sud, al ritmo vertiginoso del 30% all’anno.