MILANO – Il caffè e il cappuccino hanno trovato una rapida e sempre più capillare diffusione in Corea del Sud al punto tale che c’è già chi parla di crisi per numero elevato di caffetterie.
Una passione così smodata che sta avendo imitazione anche nella Repubblica del Nord. Infatti un buon caffè è possibile anche a Pyongyang.
C’è l’imbarazzo della scelta. Da qualche anno nella capitale della Corea del Nord, i bar, anzi di vere e proprie caffetterie si tratta, spuntano come funghi.
La popolarità della bevanda è in costante aumento ed è in atto una vera e propria concorrenza tra i proprietari dei locali che fanno a gara per offrire la miscela più gustosa e l’ambiente più lussuoso possibile.
“Negli ultimi due anni il numero di persone in grado di apprezzare un buon caffè è cresciuto molto e ci si guarda intorno per scovare i posti migliori”, dice Ri Hyon, barista in un coffee shop molto popolare.
“Abbiamo un sacco di clienti abituali.”, continua. Pyongyang è certamente molto più ricca e ben fornita rispetto al resto del paese, ma l’aumento del numero di negozi, soprattutto nel settore della ristorazione è il segnale di una trasformazione in corso nel Paese: la nascita di una classe media che cerca di resistere all’economia stagnante e centralizzata voluta dal potere dittatoriale che governa la Corea del Nord.
Nelle città più grandi, quindi, ci sono persone che adesso possono concedersi qualche piccolo lusso, come il caffè, o bibite e snack. Con la domanda aumenta l’offerta e si aprono nuovi ristoranti, bar, caffetterie come quella di Ri Hyon che vende anche frullati, smoothies, succhi di frutta.
“Il cappuccino è la bevanda preferita da molti clienti, io personalmente amo il caffè”, dice e racconta dei suoi viaggi in Cina, ogni mese, per procurarsi i chicchi migliori.