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IL PUNTO – Ottimismo sull’andamento della produzione mondiale nonostante l’allarme roya in America latina

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Cooparaiso prevede un raccolto brasiliano 2013/14 di 47-48 milioni di sacchi. Appello dei produttori delle Hawaii al presidente Obama: il celebre caffè di Kona e a rischio a causa della scolite del caffè. In Colombia, il governo incontra per la prima volta i rappresentanti del movimento dei produttori.

MILANO – Le riunioni Ico, in pieno corso a Londra, sono anche l’occasione per fare il punto sull’evoluzione del mercato mondiale del caffè nel corso di questa annata caffearia.

Nelle previsioni dell’organizzazione, la produzione mondiale raggiungerà, nel 2012/13, il volume senza precedenti di 145 milioni di sacchi. Riequilibrando il mercato e consentendo un reintegro delle scorte.

Rimane però da valutare l’impatto che potrà avere sin da quest’anno l’epidemia di ruggine del caffè. Che si sta rapidamente diffondendo in numerosi paesi latino-americani.

Cooparaiso e Ico illustrano le previsioni future

In un’intervista concessa ieri a Londra, il capo delle operazioni dell’Ico Mauricio Galindo ha dichiarato che i cali produttivi prevedibili in Messico e America centrale saranno probabilmente compensati dai raccolti di Brasile e Colombia.

“Il Brasile – ha dichiarato Galindo a Bloomberg – ha stabilizzato considerevolmente la sua offerta. Grazie alla capacità dimostrata di minimizzare gli alti e bassi del ciclo biennale”.

Le previsioni sono ottimistiche anche per la Colombia

Dove è stato rinnovato ormai il 70% delle colture e la produttività appare destinata a crescere significativamente sin da quest’anno. Anche se “il grande salto avverrà certamente nel 2013/14”.

In una stima formulata il mese scorso, il numero uno di Fedecafé Luis Genaro Muñoz prevede per l’anno solare in corso un incremento produttivo di 2,3 milioni di sacchi. Che farebbe risalire la produzione a 10 milioni.

Secondo cifre citate da Galindo nell’intervista

l’Ico ha invece elevato la sua previsione sul raccolto colombiano da 8 a 8,5 milioni di sacchi per l’annata caffearia 2012/13.

A gennaio (ultimo mese disponibile), la produzione colombiana è risultata pari a 870 mila sacchi, pari a un incremento sull’anno del 64%.

I dati relativi a febbraio dovrebbero essere disponibili a giorni.

Secondo il presidente del Comitato consultivo del settore privato dell’Ico

Il guatemalteco Ricardo Villanueva, la ruggine del caffè (nome scientifico: Hemileia vastatrix; roya nella denominazione comune in lingua spagnola) potrebbe riscuotere sin da questa annata caffearia un tributo molto pesante. Provocando perdite complessive comprese tra i 4 e i 5 milioni di sacchi a carico dei paesi dell’America centrale e del Messico.

Cooparaiso ottimista. La produzione brasiliana 2013/14 si attesterà tra i 47 e i 48 milioni di sacchi

La stima è di Francisco Ourique, uno dei massimi responsabili di Cooparaiso, importante cooperativa che ha sede a São Sebastião do Paraíso, nel sud-ovest del Minas Gerais.

Le oscillazioni tra le annate di raccolto si sono notevolmente ridotte grazie alle migliori pratiche agricole. A particolari tecniche di potatura e alla maggiore densità di impianto degli arbusti, ha spiegato Ourique.

Ciò ha consentito di ridurre il calo produttivo nelle annate negative dal 30% di un tempo al 10% circa. E quest’anno potrebbe andare ancora meglio, con una flessione, rispetto al raccolto record 2012/13, di appena il 7,8%, affermano gli specialisti di Cooparaiso.

Emergenza scolite alle Hawaii

Emergenza sanitaria anche nelle Hawaii dove il settore del caffè è alle prese con la scolite del caffè (Hypothenemus hampeii o coffee berry borer nella denominazione inglese), che si sta riproducendo e diffondendo a ritmo esponenziale. Nonostante le misure di lotta e profilassi tempestivamente adottate.

Tanto che l’associazione dei produttori di caffè di Kona e la Hawaii Coffee Association hanno deciso di inviare una lettera al presidente Obama e al segretario all’agricoltura Thomas Vilsack.

Sollecitando l’adozione di misure urgenti contro il pericoloso coleottero fitofago, che ha fatto la sua prima apparizione sull’isola circa 3 anni fa e rischia ora di propagarsi anche alle altre isole dell’arcipelago.

Nella lettera, datata 28 febbraio, i produttori chiedono a Washington aiuto e assistenza nel far fronte alla piaga

“Quale cittadino nativo delle Hawaii, Lei può comprendere, Signor Presidente, la gravità della situazione. Dal momento che le attività agricole forniscono sostentamento a una vasta fascia della popolazione dell’Isola di Hawaii.” si legge, tra le altre cose, nella missiva.

Il pregiato caffè di Kona, considerato uno dei migliori del mondo, è coltivato sui fertili terreni vulcanici della Big Island. L’attività impegna circa 830 aziende, prevalentemente a conduzione familiare. Per un fatturato che ha raggiunto lo scorso anno i 35 milioni di dollari (dati Usda).

Forse una schiarita in Colombia potrebbe esserci nella vertenza aperta la settimana scorsa dai produttori colombiani di caffè

I quali chiedono al governo aiuti straordinari per far fronte alla difficile situazione causata dal calo dei prezzi e dal riapprezzamento del peso sul dollaro. Che ha tagliato drasticamente i margini di guadagno dei contadini. Una delegazione dei produttori in lotta è stata infatti ricevuta ieri dai rappresentanti del governo. Con i quali c’è stato un primo confronto sul pacchetto di rivendicazioni.

Non è stato ancora diramato alcun comunicato ufficiale a commento dell’incontro

Come si ricorderà, la protesta dei produttori è scattata 2 lunedì fa. Su iniziativa del Movimento nazionale per la difesa e la dignità del settore del caffè :Entità sorta circa un anno fa con l’intento di portare avanti le istanze dei piccoli produttori e delle organizzazioni di base.

La lotta è stata sin qui condotta attraverso una serie di blocchi stradali

Che hanno paralizzato il traffico di numerose arterie nelle regioni di produzione. Pur riconoscendo la criticità del momento, Fedecafé non ha dato il suo endorsement all’iniziativa, che ha anzi aspramente criticato difendendo l’operato del governo e i risultati ottenuti con l’Accordo per la prosperità caffearia.

Sostegno a Fedecafé è giunto anche dal direttore esecutivo dell’Ico.

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