domenica 22 Dicembre 2024
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Convention Nca: Charleston per tre giorni capitale mondiale del caffè

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MILANO – I big dell’industria statunitense e mondiale si sono dati appuntamento, la scorsa settimana, a Charleston, South Carolina, per l’edizione numero 101 della Convention annuale della Nca (National Coffee Association), la più antica e importante associazione americana dell’industria del caffè, fondata nel lontano 1911.

Ottimistico il motto prescelto per la convention: “Full Steam Ahead: Solutions for Tomorrow’s Industry” (“Avanti a pieno vapore: soluzioni per l’industria del domani”), che ha voluto testimoniare la volontà di tutto il settore di uscire dal difficile momento economico attuale guardando con fiducia alle sfide del domani.

Nca, l’evento che riunisce l’industria caffeicola

A varcare la soglia del Charleston Place Hotel, un lussuoso albergo ubicato nel cuore della ridente città del profondo sud americano, esponenti del mondo della produzione, del commercio, delle industrie di torrefazione, nonché delle più importanti organizzazioni internazionali e ong.

Il gruppo di esperti

Tra gli oratori, personalità del calibro del direttore esecutivo Ico Robério Oliveira Silva, del presidente di Anacafé Ricardo Villanueva, del direttore esecutivo Scaa Ric Rhinehardt e del direttore di Cenicafé Fernando Gast.

Sotto la lente di questo autorevole gruppo di esperti temi di grande attualità, quali l’andamento dei mercati, i trend emergenti di consumo, l’impatto del cambiamento climatico sulla coltura del caffè, le strategie di hedging a fronte della volatilità dei prezzi.

Andrea Illy per l’Italia

A rappresentare l’Italia Andrea Illy, special guest dell’ultima giornata, con un seguitissimo intervento intitolato “Qualità, all’intersezione tra sostenibilità e certificazione”, che ha dato modo al ceo e presidente del gruppo triestino di illustrare i capisaldi della filosofia illy e la sua riconosciuta innovatività nella gestione della filiera di approvvigionamento.

La presentazione al convegno Nca è stata anche l’occasione per fare il punto sull’attuale situazione di mercato, a fronte del parziale ripiegamento subito dai prezzi degli arabica negli ultimi mesi.

“Il livello delle scorte mondiali rimane molto basso, tanto nei paesi produttori che in quelli consumatori” ha dichiarato Illy in un’intervista a margine della conferenza pronosticando una probabile risalita di New York in area 2 dollari/libbra entro la fine dell’anno, vista la prospettiva di un nuovo anno di ciclicità negativa del Brasile nel 2013/14.

Va tenuto conto inoltre del fatto che la Colombia risente tuttora delle anomalie climatiche che hanno segnato le annate trascorse e lo stesso dicasi per alcune aree dell’America centrale.

Tutti elementi, questi, che continueranno a rendere precario l’equilibrio tra domanda e offerta.

Un’analisi – quella di Illy – coincidente, perlomeno in termini di principio, con quella di Robério Silva, secondo il quale la domanda seguiterà a crescere, sostenuta dalla vivacità dei paesi emergenti e dal successo globale del caffè porzionato.

Il numero uno dell’Ico ha confermato le previsioni, contenute nell’ultimo report mensile, che stimano la produzione mondiale in 128,5 milioni di sacchi, in calo rispetto a una precedente stima di 130,9 milioni.

Considerazioni interessanti sono emerse anche dal dibattito del venerdì dedicato al mercato “C” e al suo outlook per i mesi a venire. Per l’ipotesi rialzista propende senz’altro Mauricio Bernal, ceo di A. Laumeyer & Co, che espone ragioni strutturali e non solo congiunturali.

I consumi si sono dimostrati “a prova di recessione” – ha dichiarato Bernal – continuando a crescere stabilmente anche negli ultimi anni, mentre produrre costa sempre di più e rende sempre di meno (nonostante i prezzi tuttora alti) facendo sì che molti contadini preferiscano abbandonare le aree rurali per trasferirsi nelle zone urbane.

Il ruolo dei paesi emergenti

Paul Fisher (Fisher Waterhouse) ha sottolineato il ruolo essenziale svolto dai paesi emergenti nella crescita della domanda osservando però che i consumi a volume potrebbero addirittura scendere nei mercati maturi, poiché il caffè porzionato porta maggiore valore aggiunto, ma anche minori sprechi.

Chiosando il dibattito, molti addetti ai lavori hanno ribadito il fatto che gli effetti dei fondamentali di domanda e offerta sono stati amplificati dalla speculazione, capace di muovere capitali sempre più ingenti impegnandosi su orizzonti temporali estesi.

Sergio Tristao – presidente della Tristao Cia. de Comercio Exterior, che ha sede Vitória, capitale dello stato Brasiliano di Espírito Santo – ha rilevato come l’impiego dei robusta sia cresciuto l’anno scorso del 5%, per effetto della crescita dei consumi in paesi forti consumatori di solubile. Ulteriore piatto forte del programma, l’anteprima delle novità più significative del National Coffee Drinking Trends.

Al convegno Nca, un insight dedicato alle abitudini di consumo della popolazione ispanico-statunitense

Il report annuale che, dal 1950, passa ai raggi x le tendenze del mercato americano propone, quest’anno, un insight dedicato alle abitudini di consumo della popolazione ispanico-statunitense. La nuova sezione del report ha focalizzato questo specifico segmento analizzandone caratteristiche e preferenze.

L’indagine è stata condotta sia in inglese che in spagnolo, per meglio cogliere sottigliezze e sfumature nelle risposte degli intervistati non perfettamente bilingui. La selezione del campione ha cercato di inquadrare al meglio le caratteristiche di questo gruppo, che costituisce attualmente il 16,1% della popolazione statunitense e potrebbe crescere a quasi il 25% entro il 2050.

Nelle ultime sessioni della tre giorni di Charleston organizzati da Nca è stato dedicato ampio spazio all’evoluzione dei sistemi per il caffè porzionato e alle problematiche salutistiche.

Alla ribalta, in chiusura, le riflessioni di un navigato trader della borsa newyorkese: il vicepresidente di Newedge Usa Rodrigo Costa.

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