MILANO – Sotto il 70% non è vero amore. Ancora meglio un 85% brunito e profumatissimo. I veri temerari comprano il 99%, amaro come un’erbaccia ma preferito dai gourmet, e guai a contenere ingredienti oltre la massa di cacao e pochissimo zucchero, meglio se non raffinato o da fiori di cocco.
Per non parlare degli estimatori del cioccolato grezzo, del raw chocolate o del cioccolato di Modica, che sono capaci di comprarsi contenitori e frigoriferi appositi per la conservazione del preziosissimo cioccolato (giuriamo, li abbiamo visti).
Gli estimatori del theobroma cacao più puro superano a destra persino i fissati del vino, anche perché il cioccolato fondente è uno degli ultimi baluardi del gusto concessi anche in dieta: tra le proprietà del cioccolato la ricchezza di flavonoidi per combattere il colesterolo, e le quantità di magnesio fondamentali per il benessere fisico e mentale.
Ma queste certezze rischiano di sgretolarsi rapidamente di fronte al craving di dolci che colpisce anche la persona più stoica (citofonare spm e burnout). Esistono alcuni buoni motivi per cui il cioccolato al latte è meglio e i puristi del cioccolato extra-dark, sbocconcellando dalle riserve, rischiano di strozzarsi più che mai con l’amaro calice OPSSS quadratino fine quality.
Il cioccolato al latte ha un’innegabile inclinazione a mettere tutti d’accordo, è buono, dà soddisfazione immediata. Perché? Su Atlantic hanno provato ad elencare i più ovvi (of course).
#Il gusto del cioccolato al latte è migliore
Parliamoci chiaramente: il cioccolato extra dark ha un gusto amaro che non piace a tutti. Il cioccolato al latte è sempre più apprezzato per la sua componente zuccherina (in quantità) e ogni bambino si orienterà sicuramente su ovetti e cioccolatini decisamente più appetibili. Uno studio del 2009, intitolato prosaicamente “Sensory description of dark chocolates by consumers” e pubblicato su ScienceDirect, specificava proprio queste differenze: la cremosità del gusto del cioccolato al latte era imbattibile, mentre quello fondente aveva un sapore più secco, rigido e a volte troppo pastoso (con conseguente necessità di acqua a litri).
#La consistenza vince
Grazie ai grassi del preziosissimo latte, il milky chocolate ha una consistenza più morbida e gradevole al palato mentre il fondente è spesso sabbioso (“chalky” dicono in inglese). Non si spezzerà col celeberrimo tac!, ma non è detto che il cioccolato al latte non possa essere di buona qualità: in commercio ne esistono tantissime tipologie, alcune prodotte da cioccolaterie finissime. Unica raccomandazione: deve stare più che mai lontano dalle fonti di calore, perché il suo animo gentile è particolarmente sensibile. Rischiate di trovarvi una tavoletta sciolta in mano in men che non si dica.
#Non è da snob
Fave di cacao criollo, zucchero di canna non raffinato (tzé), processi di lavorazione artigianale, servito solo a determinate temperature e con abbinamenti stellati di rum, cognac e caffè… Ma mangiati un cucchiaio di Nutella e falla finita, va’!
#È equilibrato
Tra il cioccolato fondente estremo e il cioccolato bianco che-cioccolato-non-è (è burro di cacao+zucchero), il cioccolato al latte ci ricorda la regola del quieto vivere: la aurea mediocritas latina, la via di mezzo, l’elegante terza via. Niente radicalismi, siamo per la morbidezza e l’equilibrio. Cioccolato al latte, diplomatico per eccellenza.
#È una consolazione
Che sia sotto forma di tavolette o di cioccolatini al latte, di spalmabili dal filo perfetto (hashtag #chocoporn) o di uova di Pasqua, il cioccolato al latte è il migliore amico dei momenti difficili: racchiude tutte le caratteristiche da coccola perfetta. Il suo segreto? Stimolare la serotonina. Cioccolato al latte e colesterolo, per una volta, lasciamoli da parte.
#È sempre di moda
La discrezione del cioccolato al latte paga: è sempre di moda, chic e non impegna. Se gli assaggi di cioccolato sono diventati roba da insopportabile hipster, il collega al latte è di una classe innata. Inoltre oggi è possibile trovare il cioccolato al latte senza lattosio o con uno stilosissimo latte di capra per gli intolleranti. Un consiglio? Andate in Belgio, dove il cioccolato al latte è da sempre un’arte, per scoprire e convincere anche il più scettico dei vostri amici.