MILANO – Un contratto futures per i caffè di qualità, sia arabica che robusta, per aiutare gli operatori a coprire l’ulteriore rischio di volatilità sostenuto.
L’idea è tornata alla ribalta in questi giorni, rilanciata da alcuni media internazionali. Dopo che se ne è discusso durante la recente convention annuale della National Coffee Association. La storica associazione americana fondata nel 1911.
Contratto futures in cantiere
Un apposito gruppo di lavoro costituito dalla Nca sta lavorando, da circa un anno a questa parte, al progetto, che potrebbe contemplare (questa almeno una delle proposte avanzate) 3 nuovi contratti per i caffè provenienti da Brasile, Colombia e Vietnam.
I pro nel futuro
“Se l’operazione vedrà la luce ci saranno vantaggi per tutti – ha dichiarato Oscar Schaps. Responsabile per le soft commodity di Intl FCStone, il trader di Miami che redige i report sulle borse di Londra e New York che proponiamo ogni giorno ai nostri abbonati – La trasparenza ne risulterebbe enormemente migliorata”.
“Il rischio associato all’acquisto di caffè di alta qualità è un elemento ulteriore che contribuisce a mandare in fibrillazione i mercati.” ha aggiunto poi Schaps. Uno dei membri del gruppo di lavoro.
I dettagli dei contratti devono ancora essere definiti
Secondo indiscrezioni trapelate dalla Nca, la dimensione del contratto potrebbe essere indicativamente di 20mila libbre. (poco più di 9 tonn). Contro le 37.500 del contratto “C”. Una scelta motivata dal maggior valore del caffè negoziato, ma anche dalla volontà di attrarre gli operatori più piccoli.
Il contratto sarebbe cash settled
Non contemplerebbe cioè la consegna fisica a scadenza, bensì il regolamento attraverso compensazioni in denaro.
A fini della strutturazione del contratto, il working group sta attualmente monitorando il mercato del fisico. Raccogliendo i dati sui differenziali di prezzo relativi a una serie di origini pregiate. (in particolare sono stati citati Brasile 2/3, “Usual Good Quality” Colombian Excelso e Vietnam grado 1 robusta).
Un’operazione complessa per la quale il gruppo ha chiesto la collaborazione dei commercianti crudisti.
Rimane da vedere, tuttavia, se questi ultimi saranno disposti a contribuire fornendo informazioni riservate di cui sono chiaramente molto gelosi.
Un’altra componente del gruppo di lavoro, Kellee James, ceo di Mercaris
Lei ha sottolineato come tale collaborazione sarà essenziale ai fini della credibilità e del successo dell’operazione. (“Non funzionerà se noi, come industria, non collaboreremo”).
James ha inoltre tenuto a precisare che i dati forniti dai crudisti verranno mantenuti confidenziali e che saranno divulgati esclusivamente in forma aggregata.
Al di là degli scetticismi e delle perplessità, gli operatori del settore si sono espressi favorevolmente sulla nascita di questi nuovi contratti. Che fornirebbero uno strumento di hedging focalizzato sui fondamentali di un singolo paese. (o gruppo di paesi) piuttosto che sul rapporto domanda-offerta su scala globale.
Ma la strada da percorrere è ancora lunga
Servirà infatti almeno un anno, secondo gli addetti ai lavori, perché si possa arrivare a una proposta concreta.
Dopo di che, si cercherà una piattaforma borsistica per il contratto. Il supporto potrebbe arrivare dallo stesso Ice Futures US, ma non si escludono nemmeno altre piazze, come ad esempio il CME di Chicago.