Riceviamo da Agostino Santo Narizzano apprezzato specialista del settore, una interessante precisazione che volentieri pubblichiamo.
di Agostino Santo Narizzzano
Gentili amici di Comunicaffè
con riferimento al vostro articolo “Stati Uniti: si moltiplicano le denunce legali contro i torrefattori, ecco il perché” e non senza garantirvi assolutamente la nostra anzianità di servizio nel campo del caffè che oggi arriva a 70 anni, vogliamo indicarvi la nostra posizione in merito al vostro scritto.
Intanto vogliamo ricordare che probabilmente i torrefattori americani non hanno assolutamente nulla da spartire con quelli italiani e neanche con quelli europei.
Da noi infatti la quantità di contenuto stampata su ogni confezione corrisponde strettamente e precisamente alla quantità di caffè che si trova nel sacchetto, nella scatola o quant’altro.
Dopo la tostatura, tutto il percorso del riempimento e sigillatura viene governato da sistemi meccanici precisissimi come orologi e nel corso della nostra professione e cioè nel corso dei 70 anni cui vi abbiamo accennato, noi che siamo quotidianamente “sul pezzo” non abbiamo mai riscontrato il men che minimo reclamo a questo riguardo da parte di chicchessia.
Non è certamente per nazionalismo ma, almeno nel campo del caffè, i colleghi americani hanno ancora moltissimo da imparare da noi e quindi devono imparare anche a far funzionare la regolarità tra il peso dichiarato sulle confezioni e quello reale.
Questo anche se hanno ancora da imparare miscele che si avvicinino alle nostre.
Per terminare e per vostra. opportuna conoscenza vi elenchiamo le grammature del caffè che qui da noi sono rispettosamente mantenute nei confronti dei Consumatori:
– sul metodo gruppo continuo g 7,5
– sulla macchina a “levoni” g 9
– cialde in carta g 7
– capsule nespresso g 5,5
– boccioni caffè americano gr. 23
Agostino Santo Narizzano