ROMA – La Pernigotti ha informato ieri l’intenzione di non essere intenzionata a vendere il marchio a terzi per salvare l’impresa. Parole che sono una vera e proprio doccia fredda, soprattutto per i lavoratori che dal giorno della chiusura dello stabilimento di Novi Ligure, continuano con gli scioperi. Dalla proprietà turca è giunto il messaggio perentorio “marchio e azienda non sono in vendita”. E il comunicato non si ferma qui. In occasione dell’incontro con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i turchi chiedono un aiuto per trovare una soluzione alternativa alla vendita dell’azienda.
Conte e Di Maio, il confronto a Roma
Quello che doveva essere uno scambio risolutivo di una crisi che ha avuto le principali ricadute sui dipendenti della Pernigotti, non ha dato i frutti sperati. Nè il Presidente del Consiglio, nè il Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi di Maio, hanno saputo concretizzare il risultato tanto sperato dai lavoratori ora in cassa integrazione.
D’altronde le intenzioni della stessa azienda sono state subito messe in chiaro. Così come descrive bene il comunicato stampa diffuso da Pernigotti, le condizioni per procedere non prevedono la compra-vendita del brand.
La proposta
La decisione quindi, prevede la cessazione della conduzione in proprio delle
attività produttive svolte nello stabilimento di Novi Ligure. Nonché la volontà di terziarizzare in Italia la fase produttiva. Magari tramite la selezione di nuovi partner industriali interessati all’acquisizione o alla gestione degli asset produttivi. Tutte queste operazioni, sempre al fine di ricollocare il maggior numero possibile di lavoratori.
Il portavoce di Pernigotti ha spiegato a La Stampa
La società è disposta a considerare l’eventualità di cessione o affitto di ramo d’azienda. Persino a ditte concorrenti, che però conservino l’offerta dolciaria per conto Pernigotti. Anche se nulla esclude, che eventuali acquirenti o affittuari possano in un futuro, produrre anche una propria linea, da porre in parallelo a quella per la società ora in mani turche.
Il commento del ministro Di Maio
Il quale ha sottolineato che «la strada è lunga. Con l’azienda, per ora, abbiamo concordato di sospendere la procedura fino al 31 dicembre. Successivamente poi, la strada che abbiamo indicato è quella di provare a reindustrializzare il sito di Novi Ligure; per farlo sarà quindi nominato un soggetto terzo che possa verificare e valutare le opportunità produttive che arriveranno in queste settimane.
In quella fase gli operai godranno della cassa integrazione. Insomma, in questo modo sarà possibile respirare, ma la nostra battaglia per la Pernigotti e per il made in Italy continua. Questo governo lavora per la tutela dei lavoratori e delle aziende».
Aggiunge poi il Premier Conte: «Questo governo lavora per fare in modo che i lavoratori e le aziende vengano tutelati». Pertanto, «agli operai verrà garantita la cassa integrazione».