MILANO – Il quotidiano romano Il Tempo, che ha la sede in Piazza Colonna a pochi metri da Palazzo Chigi, edificio che ospita il governo, ha fatto i conti in tasca all’esecutivo in modo singolare. Ha così scoperto quante capsule, tutte Nespresso, e anche questa è una notizia, vengono usate da presidente del consiglio, ministri, sottosegretari, burocrati. Pochi eletti ma tutti assetati di caffè. Sì perché la macchina del Governo resta sempre in funzione e, per garantire ritmi serrati, la caffeina sembra esser l’alleato preferito del premier Giuseppe Conte. Il quale, per affrontare la fatica e le ore piccole, preferisce il caffè in capsule, Nespresso originali.
di Alberto Di Majo per Il Tempo
ROMA – Sarà colpa dei vertici notturni: ore e ore passate a Palazzo Chigi per trovare compromessi nella maggioranza che sostiene il governo. 0 forse dipenderà dalla necessità di far rimanere svegli i ministri durante le riunioni con i sindacati. 0, magari, per offrire a capi di Stato o di governo esteri un simbolo del made in Italy.
Chissà per quale altra ragione. Fatto sta che il premier Conte ha ordinato pochi giorni fa 26.800 caffè. Tutti Nespresso: una fornitura che comprende, nello specifico, 24 mila capsule di «ristretto» e 2.800 di «decaffeinato». La spesa? Poco più di 10 mila euro.
Che i tempi siano cambiati è evidente dal fatto che negli ultimi sei mesi della sua permanenza a Palazzo Chigi – era il 2018 – Paolo Gentiloni ordinò 8.550 cialde di caffè: 5.100 ristretti e 3.450 decaffeinati (la spesa fu 3.500 euro).
Va anche considerato che a Palazzo Chigi manca un bar interno, c’ è soltanto la macchinetta automatica che distribuisce bevande calde, acqua minerale e merendine al quarto piano che, ovviamente, non potrebbe mai coprire le esigenze della Presidenza del Consiglio (e dei suoi ospiti).
Come precisa la determina del dipartimento per i servizi strumentali di Palazzo Chigi (ufficio patrimonio, gare e contratti), pubblicata il 4 febbraio scorso, «è stata rappresentata la necessità di procedere all’ approvvigionamento di beni alimentari (caffè in cialde è scritto nel documento, in realtà si tratta di capsule) per reintegrare le scorte da utilizzare in occasione di incontri istituzionali presso le sedi della presidenza del Consiglio dei ministri, così da soddisfare il fabbisogno per l’ anno 2020».
E così è stato: la spesa è sul capitolo 187 del bilancio di previsione della presidenza del Consiglio per l’ esercizio finanziario 2019. Ma l’ aumento di spesa non riguarda soltanto il caffè.
Nel bilancio di previsione del 2020 sono aumentati gli stanziamenti per tutta una serie di voci, tra cui i costi per le bollette di acqua, televisione, energia elettrica e gas, che aumentano di 420 mila euro.
In salita, rispetto al 2019, anche gli stanziamenti per gli staff: per il «trattamento economico fondamentale del personale degli uffici di diretta collaborazione dei ministri senza portafogli e dei sottosegretari di Stato alla presidenza del Consiglio» sono stati previsti 439.481 euro in più rispetto all’ anno precedente.
Peraltro questi ultimi hanno diritto anche al «trattamento economico accessorio», la cui variazione per il 2020 ammonta a 457.062 euro. Crescono pure «le retribuzioni del personale di ruolo al netto dell’ Irap» (378.029 euro in più).
Alla voce «liti, arbitraggi, risarcimenti e accessori» è stato disposto un tesoretto di 12 milioni, che si aggiunge ai 98 già stanziati in precedenza. Piccoli aumenti sono stati previsti anche per la manutenzione di immobili, impianti e giardini (poco più di 30 mila euro) e per le spese di «pulizia, igienizzazione, derattizzazione e disinfestazione degli immobili» (+12.200 euro).
E se non ha portato grandi risparmi il tanto strombazzato taglio delle auto blu (giusto 5 mila euro in meno), Palazzo Chigi risparmierà sulle «spese per lo sviluppo del sistema informativo e l’ acquisto di software» (quasi 415 mila euro in meno).
Nel complesso le previsioni di spesa per il 2020 promuovono il vecchio governo gialloverde che un anno fa aveva messo in conto di spendere quasi un miliardo e 800 milioni in meno. Serviranno tutti i caffè comprati da Conte per mantenere alta l’ attenzione di Palazzo Chigi sul bilancio, magari permettendo all’ esecutivo di far quadrare i conti.