ROMA – All’assemblea annuale di Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, – Confcommercio hanno partecipato anche il presindete del consiglio Giuseppe Conte e i ministri Dario Franceschini e Teresa Bellanova. Il presidente Lino Enrico Stoppani: “Bene l’attenzione per il settore, ma servono più aiuti”. Un incontro essenziale in un momento così critico per il settore dei pubblici esercizi, messo in ginocchio dalla pandemia una volta ancora.
In serata la Fipe-Confcommercio ha deciso che “L’assemblea diventerà permanente sino alla fine della crisi perché la ristorazione merita attenzione”. Ma vediamo il dettaglio, mentre sotto trovate la cronaca e i documenti relativi all’assemblea.
L’assemblea 2020 di Fipe-Confcommercio che si è aperta mercoledì mattina con una tavola rotonda cui hanno partecipato il premier Giuseppe Conte e i ministri Bellanova e Franceschini, quest’anno non chiude i battenti.
Al contrario resterà aperta fino alla fine della crisi determinata dalla pandemia da Covid-19. Una decisione, quella dei vertici della Federazione italiana dei pubblici esercizi, tutt’altro che simbolica: l’obiettivo concreto è quello di mettere a disposizione dei 340mila imprenditori del settore un canale diretto per far arrivare la loro voce direttamente al governo, in una fase drammatica per la categoria.
“Questa volta – spiega il presidente di Fipe – Confcommercio, Lino Enrico Stoppani – il presidente del Consiglio e i ministri che sono intervenuti alla nostra assemblea hanno ribadito il loro impegno per il nostro settore e questo per noi significa molto.
Non solo perché la Fipe è stata riconosciuta come la casa di tutta la ristorazione italiana, ma perché da qui sono arrivate importanti novità. La prima l’ha portata il ministro Franceschini, che ha ribadito l’intenzione di includere la ristorazione tra i beneficiari dei fondi del Recovery Fund destinati alla valorizzazione degli asset turistici.
Un’indicazione importante quanto quella annunciata dal ministro Bellanova, che ha ribadito l’intenzione di proseguire i lavori del tavolo unitario presso il ministero dello Sviluppo economico per valorizzare la ristorazione quale componente fondamentale della filiera agroalimentare.
L’ultima novità è arrivata direttamente per bocca del premier, che si è preso l’impegno di incrementare i contributi a fondo perduto per le imprese che non possono lavorare a causa delle misure di contenimento della pandemia.
Tutti impegni sui quali noi continueremo ad incalzare il governo. Perché le risorse messe in campo fino ad ora, seppur importanti, non sono sufficienti per garantire la sopravvivenza delle nostre imprese.”
Il dettaglio dell’assemblea con l’intervento di Conte con Fipe e i ministri
· Il 4° trimestre dell’anno si chiuderà con una perdita di fatturato di 10 miliardi di euro, pari al 40%.
· La previsione per la fine dell’anno è di una flessione di 33 miliardi di euro su 96 complessivi. Risultato: 60mila imprese del settore a rischio chiusura e oltre 300mila posti di lavoro in bilico.
· Servono ulteriori interventi immediati: rinforzo dei contributi a fondo perduto, crediti d’imposta più robusti e duraturi sulle locazioni commerciali, moratorie fiscali e contributive, accesso al credito.
· Per garantire la sostenibilità sul lungo periodo bisogna puntare sulla professionalità e sulla formazione: la crescita di fenomeni di concorrenza sleale ha determinato un impoverimento della qualità.
Nel momento più complicato della crisi economica e sociale scatenata dalla pandemia da Covid, la Fipe – Confcommercio, Federazione italiana dei pubblici esercizi tiene la sua assemblea annuale e lo fa alla presenza del premier Giuseppe Conte e di due ministri di primo piano, Teresa Bellanova, titolare della delega all’Agricoltura, e Dario Franceschini, ministro del Turismo.
Una presenza doppiamente significativa
Da un lato perché consente al presidente Lino Enrico Stoppani di ribadire le richieste della Federazione direttamente all’esecutivo. Dall’altro perché dimostra l’attenzione del governo nei confronti dei Pubblici esercizi.
“Nonostante le risorse messe fino ad ora dal governo – Stoppani – lo sforzo non è sufficiente per prevenire le chiusure e gli scenari più catastrofici per il 2020, che parlano di 50mila imprese a rischio e 300mila posti lavoro in bilico. A seguito delle nuove restrizioni, occorre infatti rifinanziare i contributi a fondo perduto per compensare le perdite dei locali, occorre consolidare i crediti di imposta sulle locazioni commerciali e prevedere moratorie fiscali, contributive e creditizie”.
Dopodiché, però, se si vuole dare un futuro al variegato mondo della ristorazione occorre fare un passo in più
“La pandemia – spiega Stoppani – ha messo in luce alcune debolezze del settore: la fragilità di tante imprese è il frutto dell’espansione quantitativa e non qualitativa cui abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire da un processo di liberalizzazioni a tratti semplicistico. Da anni Fipe denuncia il rischio bolla dovuto a un eccesso di offerta: 4,6 imprese ogni mille abitanti. Troppe”.
Secondo il presidente Fipe occorre ripartire da un rafforzamento dei requisiti professionali per l’accesso al settore che deve essere accompagnato da una politica volta a sostenere la domanda del consumatore da un lato e l’imprenditoria di qualità dall’altro.
“Il ricorso massiccio allo smart-working – sottolinea il presidente Stoppani – non si esaurirà con l’attenuarsi della pandemia. Per far fronte alle conseguenze negative che produce e continuerà a produrre sui pubblici esercizi è necessario lavorare non solo sul cash back, per stimolare i pagamenti elettronici, ma anche sull’azzeramento dell’Iva, almeno per tutta la durata della crisi. Allo stesso tempo è essenziale dare vita a un’importante iniziativa di rinnovamento e aggiornamento del sistema dell’accoglienza turistica italiana, rafforzando l’integrazione fra le componenti ricettive e la parte dedicata alla ristorazione e ai servizi”.
Un modo per riconoscere ai Pubblici esercizi non solo l’importante ruolo di servizio, legato all’accoglienza e alla socialità, ma anche quello di componente essenziale delle filiere dell’agroalimentare e del turismo.