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martedì 03 Dicembre 2024
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Così il Consorzio promozione caffè celebra la Giornata internazionale della tazzina

Michele Monzini, Presidente di Consorzio promozione caffè: “Da eccellenza del Made in Italy, il caffè è il simbolo che meglio racconta il senso dell’italianità: la nostra capacità di aprirci al mondo e di interpretarlo, senza dimenticare la nostra essenza e la nostra tradizione. In occasione della Giornata Internazionale del Caffè non possiamo che celebrare la vocazione globale di questa bevanda, la sua capacità di adattarsi ai gusti più diversi, che interpretano le tradizioni dei luoghi, e agli abbinamenti più particolari, restando sempre protagonista di un momento di convivialità e condivisione. Il caffè è forse la bevanda che meglio interpreta nel mondo le nostre diversità, valorizzandole e unendole in un rito che ci fa sentire più vicini”

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MILANO – Possono essere di ceramica, di vetro o di carta: quel che è certo, è che ogni giorno, sono 3,1 miliardi le tazzine di caffè che si bevono in tutto il mondo . Da una città all’altra del globo, le tradizioni e le abitudini con cui si gusta questa bevanda, seconda per consumo solo all’acqua, possono essere le più diverse, ma con un filo rosso che le lega: il caffè è rito, momento di condivisione che cambia a seconda delle tradizioni e dei paesi.

È il profumo del mattino, la conclusione di un pasto, il momento di pausa, il dopo cena. È un’esperienza che, con il suo aroma e il suo gusto inconfondibile, celebra la vita.

Nella Giornata internazionale del caffè, che si festeggia ogni anno il 1° ottobre, il Consorzio promozione caffè celebra l’iconica bevanda simbolo del made in Italy sottolineando il suo carattere globale e la sua capacità di esprimere lo spirito di ogni luogo, conservando allo stesso tempo la sua essenza. Perché tutto il mondo è un caffè.

Una filiera globale dal cuore italiano

Nel suo lungo viaggio fino alla tazzina, il caffè racchiude le influenze di numerosi paesi: il caffè verde, infatti, dalle piantagioni del Brasile, della Colombia e dell’Etiopia, tra i principali produttori della varietà Arabica, e da quelle dell’Africa Occidentale, dell’Indonesia e dell’India, dedicate invece alla coltivazione di Robusta, è trasportato per migliaia di chilometri fino in Nord America e in Europa, dove sono situati i principali paesi consumatori, per trasformarsi grazie al processo di tostatura che conferisce al chicco il proprio aroma inconfondibile.

Ed è proprio questo uno dei tratti distintivi del caffè italiano, un’arte che i maestri torrefattori italiani si tramandano di generazione in generazione: un processo fondamentale che richiede tempi e temperature diversi e accuratamente studiati per ogni varietà e origine di caffè per consentire ai chicchi di esprimere al massimo la loro potenzialità di aroma, acidità, corpo e sapore.

L’eccellenza nella torrefazione made in Italy ci vede protagonisti a livello globale, con il Belpaese secondo esportatore al mondo di caffè torrefatto (2,25 miliardi di euro nel 2023 in crescita del 6,8%) .

Mille modi per gustare il caffè, un’unica passione

Lungo lo Stivale, è possibile gustarlo in infinite preparazioni: dalla mitica moka all’espresso napoletano dalla caratteristica crema, passando per il “nero” triestino e per quello valdostano, perfetto da bere in compagnia grazie alla tipica “grolla”. O ancora le varianti corrette al rum, come la moretta di Fano e il ponce di Livorno, per arrivare in Puglia con il caffè freddo leccese, con ghiaccio e latte di mandorla.

“Da eccellenza del Made in Italy, il caffè è il simbolo che meglio racconta il senso dell’italianità: la nostra capacità di aprirci al mondo e di interpretarlo, senza dimenticare la nostra essenza e la nostra tradizione. In occasione della Giornata Internazionale del Caffè non possiamo che celebrare la vocazione globale di questa bevanda, la sua capacità di adattarsi ai gusti più diversi, che interpretano le tradizioni dei luoghi, e agli abbinamenti più particolari, restando sempre protagonista di un momento di convivialità e condivisione. Il caffè è forse la bevanda che meglio interpreta nel mondo le nostre diversità, valorizzandole e unendole in un rito che ci fa sentire più vicini”, dichiara Michele Monzini, Presidente di Consorzio promozione caffè.

Paese che vai, caffè che trovi

Ed è proprio dal nostro Paese, dalle sue piccole e grandi torrefazioni dove viene macinato e confezionato, che riparte il viaggio del caffè in tutto il mondo, per essere servito su migliaia di banconi e tavolini di un bar o assaporato nell’intimità di milioni di case. Con usi e costumi diversi, ma uniti in un grande rito collettivo. Perché grazie a una tradizione lunga oltre 400 anni, gli italiani sono il popolo che maggiormente ha contribuito a rendere il caffè un rito internazionale.

La diffusione delle macchine da espresso da bar a partire dal Secondo Dopoguerra, per esempio, ha contribuito alla nascita di innumerevoli tradizioni locali, in cui gli aromi e il gusto del caffè si sono uniti ai sapori e ai costumi tipici del luogo.

Ne è una testimonianza, per esempio, il caffè cubano, detto anche Cafecito, dove si aggiunge un cucchiaino di zucchero di canna direttamente nel portafiltro insieme alla miscela, per conferire alla bevanda un gusto decisamente più dolce.

A base di espresso sono anche il caffè bombon, una rivisitazione a base di latte condensato tipica della città di Valencia, o il galão portoghese, che ricorda sia il gusto sia l’aspetto visivo del “nostro” latte macchiato.
Abbinamenti sorprendenti

La versatilità del caffè si conferma anche nella sua capacità di adattarsi alle tradizioni gastronomiche di ogni Paese, dando vita ad abbinamenti inusuali. Se in Italia può essere macchiato con il latte o bevande vegetali, abbinato sia a pietanze dolci che salate, come a frutta fresca, secca e yogurt, in Finlandia è spesso accostato al leipäjuusto, un formaggio lappone cotto a fiamma che si scioglie lentamente con il calore della bevanda, mentre il messicano caffè de olla, preparato in una pentola di terracotta, è arricchito con una speciale miscela di chiodi di garofano, anice, cannella e uno zucchero lavorato noto come piloncillo.

Gli accostamenti curiosi sono anche in Estremo Oriente, come in Vietnam, dove si può gustare l’Egg Coffee, con l’aggiunta di tuorlo d’uovo frullato, o a Singapore, con il tradizionale Kopi Gu You servito con una noce di burro appoggiata direttamente sul cucchiaino.

Con fantasia e creatività, il caffè continua a scrivere la sua grande storia, continuando ad essere protagonista e compagno quotidiano dei consumatori in tutto il mondo.

Un tour mondiale del caffè secondo le sue numerose preparazioni differenti

Il viaggio del caffè intorno al mondo non è solo attraverso ingredienti, aromi e sapori, ma anche negli strumenti per prepararlo.

Uno dei più famosi è il cezve turco, un bricco dalla forma allungata che dona una consistenza densa al caffè, per cui è necessario qualche minuto di decantazione per far depositare i sedimenti sul fondo delle tazzine che potranno essere interpretati secondo l’antica arte della caffeomanzia.

Tipica dei paesi arabi è invece la dallah, una caffettiera dal caratteristico beccuccio a mezzaluna e impreziosita da incisioni decorative, dove il caffè viene bollito con zucchero e cardamomo e posto sul fuoco per tre volte prima di essere servito nella finjaan, una tazzina senza manico.

Alternativa d’oltralpe all’italianissima moka è la cafetière à piston, meglio conosciuta come french press: basata sul principio dell’infusione, è particolarmente apprezzata da chi ama il caffè lungo e vuole dosare gusto e intensità.

Dal Nord Europa al Giappone, passando per l’India, il filtro è una vera istituzione in tutto il mondo. La sua estrazione si basa sul principio della percolazione: gocciolando lentamente attraverso uno strato di caffè macinato posto in un filtro di carta, l’acqua calda trasferisce nella bevanda le sostanze idrosolubili, conferendole aromi e sentori differenti dagli altri metodi di estrazione.

La magia del caffè non avviene solo ad alte temperature: ce lo ha insegnato il cold brew, il caffè freddo di tendenza ottenuto dalla macerazione della miscela con acqua e ghiaccio.

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