FIRENZE – La Confcommercio fiorentina ha riunito martedì al Grand Hotel Baglioni gli Stati Generali della Caffetteria. L’incontro si svolge a un anno di distanza da quello degli Stati Generali della Ristorazione. L’obiettivo è stato ancora una volta quello di fare il punto sull’andamento e l’evoluzione del settore, in un momento di grandi cambiamento nel comparto del fuori casa.
Riprendiamo la cronaca dell’incontro scritta per La Nazione da Maurizio Costanzo.
Vedersi con gli amici per un caffè, fare colazione leggendo i quotidiani, scambiare due chiacchiere sull’attualità, essere accolti con un sorriso dal barista. Sono piccoli gesti che caratterizzano la qualità del nostro vivere quotidiano. Ma come sono cambiati i bar nell’ultimo periodo? E quale futuro si apre per il settore?
Se ne è discusso agli Stati Generali della Caffetteria
E proprio perché i consumatori hanno diritto ad avere il massimo dall’esperienza, in cui il professionista attento deve avere il controllo di tutto il processo lavorativo e produttivo necessario per servire il vero espresso italiano, ad un anno di distanza dalla prima convocazione degli Stati generali della Ristorazione, e dopo aver fatto il punto con i ristoratori, Confcommercio ha chiamato a raccolta a Firenze questa volta i titolari dei caffè.
Per delineare il quadro del settore. E così il gotha dei bar storici e più ‘glamour’ di Firenze e provincia si è ritrovato martedì al summit al Grand Hotel Baglioni.
Gli Stati Generali della Caffetteria sono stati una preziosa occasione per analizzare la situazione attuale del settore, che insieme a quello ristorativo resta il fiore all’occhiello della proposta turistica toscana, tanto più che le caffetterie storiche sono tra i principali elementi di attrazione per i turisti.
Il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, che ha moderato l’incontro insieme ad Aldo Cursano, vicepresidente vicario nazionale e presidente regionale della Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi, spiega: “Grazie al cambiamento degli stili di vita degli italiani, che sempre più spesso per lavoro e non solo mangiano fuori casa, e grazie alla crescita del turismo, il comparto è in netta crescita, come nel centro storico di Firenze, dove l’apertura di bar e ristoranti negli ultimi dieci anni ha sopperito alla chiusura dei negozi di vicinato, per una città sempre più a misura di turisti e meno di residenti.
Tuttavia il boom dei pubblici esercizi non sempre si è accompagnato con una vera crescita qualitativa
Si sono affacciati anche imprenditori improvvisati, che, per il tempo che resistono, fanno concorrenza alle imprese storiche”. “Ecco perché – prosegue Marinoni – abbiamo chiamato agli Stati Generali rappresentanti di eccellenza delle caffetterie più illustri del territorio: da quelle storiche come il Caffè Paszkowski o Gilli; fino al “recuperato” Giubbe Rosse che a maggio riaprirà con nuove proprietà e gestione.
Poi nuovi locali di tendenza come Ditta Artigianale, che si è appena aggiudicata il premio Barawards 2019 come miglior caffetteria d’Italia
“Vogliamo difendere la professionalità e quel modello di accoglienza dell’Italian bar che ha fatto scuola in tutto il mondo. E che ora viene messo in discussione da chi si improvvisa in un mestiere che richiede invece grande competenza e preparazione – spiega il presidente di Fipe Toscana Aldo Cursano -. Per noi italiani il caffè è un valore identitario che dobbiamo salvaguardare”.
All’incontro hanno partecipato anche Luciano Sbraga, direttore dell’ufficio studi della Fipe Federazione Italiana Pubblici Esercizi; il presidente di Format Research Pier Luigi Ascani, che ha presentato una indagine congiunturale sui bar fiorentini; l’imprenditore Francesco Sanapo, pluripremiato campione italiano di caffè e “coffee lover”, che ha presentato il progetto di una scuola di formazione sul caffè. E gli esperti di The Data Appeal Company, che metteranno a disposizione delle caffetterie presenti una App che, in tempo reale, permetterà loro di conoscere la propria web reputation, ovvero come i clienti italiani e stranieri parlano di loro su social e sui siti.
Maurizio Costanzo