MILANO – I prezzi delle commodity agricole sono normalmente soggetti a fluttuazioni legate anche all’andamento climatico. E tali alti e bassi hanno sempre condizionato pesantemente le economie dei paesi a prevalenza agricola, specie di quelli più poveri e dipendenti dalla monocoltura. In un quadro climatico globale caratterizzato da fenomeni sempre più estremi, questo problema si fa ancora più drammatico.
La cronaca delle materie prime di questi ultimi mesi ne dà ampia conferma. In Brasile, ad esempio, la siccità di quest’anno ha danneggiato numerosi raccolti.
“La frequenza degli eventi estremi, osservata in questi ultimi anni, ci induce a ritenere che questi eventi avverranno sempre più spesso in futuro facendo sì che il prezzo dei prodotti agricoli si mantenga elevato” notavano recentemente, in un’intervista, l’analista di Rabobank Carlos Mera.
La volatilità dei prezzi delle commodity è legata appunto alla difficoltà nel prevedere gli sviluppi di un clima sempre più impazzito
Gli esperti osservano il crescere in numero e intensità di eventi quali: siccità, incendi spontanei, inondazioni, tifoni.
Le ripercussioni sui mercati sono naturalmente maggiori se questi eventi colpiscono dei produttori chiave di questo o quel prodotto. Come il Brasile, che è una delle potenze agricole mondiali e – di gran lunga – il massimo produttore di caffè.
Nel caso del caffè arabica, i problemi sono ancora maggiori, poiché la coltura avviene in fasce altimetriche più elevate, “dove gli sbalzi climatici sono più accentuati e i danni ai raccolti possono essere maggiori” rileva l’analista di Commerzbank Carsten Fritsch.
Ne sono una riprova i danni causati dalle gelate dello scorso luglio e da un lungo periodo di siccità.
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