MILANO – Una bella storia familiare raccontata in un video con tecnologia 360° che testimonia la vita quotidiana dei produttori de El Salvador diventa anche anche l’occasione per spiegare in breve il meccanismo di funzionamento del prezzo equo praticato da Fairtrade. Tutto questo in un articolo della newsletter sul Commercio Equo e Solidale di Fairtrade Italia, di cui vi proponiamo di seguito i passaggi salienti.
“Ricordo che da bambina amavo venire nel campo insieme a mia nonna, è lei che mi ha insegnato tutto quello che so sul caffè.
Non passa giorno in cui non senta la sua mancanza, ma quando sono tra le mie piante sento che lei è qui accanto a me”.
Il suo nome è Sylvia, ha 29 anni e coltiva caffè a El Salvador. La sua famiglia lo fa da tre generazioni in questo piccolo Paese dell’America Centrale.
È lei stessa a raccontare la sua storia in questo bel video a 360°, che ci presenta una madre premurosa, la sua bambina, che definisce il suo piccolo pezzo di Paradiso. E la sua giornata lavorativa come socia produttrice della cooperativa di piccoli cafficoltori Fairtrade Los Pinos Coffee.
L’amore per l’ambiente e per il loro lavoro negli ultimi anni è stato messo a dura prova dagli effetti dei cambiamenti climatici. Effetti che stanno facendo ammalare moltissime piante, compromettendo i raccolti e quindi le entrate economiche di queste famiglie.
In più, questa estate il prezzo internazionale del caffè è crollato drammaticamente – meno di 1 dollaro a libbra (454 grammi) – a settembre. Al punto che alcuni produttori latino americani hanno rifiutato di vendere la loro produzione.
Fairtrade: una rete di salvataggio per i coltivatori
I coltivatori di caffè Fairtrade come Sylvia ricevono per il loro prodotto il Prezzo Minimo e il Premio Fairtrade.
Il Prezzo Minimo è un prezzo aggiornato regolarmente, calcolato per coprire i costi medi di una produzione sostenibile: attualmente è di 1,40 dollari per libbra di caffè arabica, più 0,30 centesimi nel caso in cui il caffè sia biologico (ecco le tabelle, in inglese).
Il Premio è invece una somma di denaro aggiuntiva, pagata dagli importatori alle cooperative dei piccoli produttori (a oggi è di 20 centesimi di dollaro per libbra), che decidono in maniera autonoma e democratica come utilizzarlo.
Fermo restando che almeno 5 di questi 20 centesimi devono essere investiti in progetti di miglioramento della qualità e della produttività.