NAPOLI – Gran caffè Italia nel capoluogo partenopeo è stato un successo. E Villa Pignatelli in Riviera di Chiaia è stata per un giorno la casa del caffè italiano. Che è stato al centro di relazioni, commenti, musica, poesia. Confronti e relazioni tra addetti ai lavori. Anche concorrenti, ma amici, per una volta insieme per fare squadra sotto le insegne del Comitato italiano del caffè.
Sì perché al netto delle relazioni e degli interventi dei professori è stata proprio questa la cifra delle giornata. Un appuntamento dove tutti gli operatori si sono ritrovati e confrontati su temi d’interesse comune. In totale armonia.
Il Convegno nazionale Gran caffè Italia si è in realtà dipanato su due giorni: una cena di lavoro mercoledì, una giornata di lavori nel salone delle feste di Villa Pignatelli.
Sia negli incontri tra operatori sia nel corso dei lavori i temi si sono sviluppati attorno al titolo del convegno: il caffè come pro/motore di economia e di sviluppo. La cultura del caffè come intrattenimento.
I lavori sono stati aperti dall’intervento La natura viva del caffè di Ciro Cacciola event manager e autore del libro L’internazionale juke-box del caffè.
Poi gli interventi sono entrati nel vivo con la conversazione a tre voci tra Mario Cerutti presidente del Comitato italiano del caffè, Patrick Hoffer presidente del consorzio promozione caffè e Gianni Forni segretario generale del Comitato italiano del caffè. Il tema: Ruolo del Comitato italiano del caffè in rappresentanza del comparto. Una fase dei lavori cruciale: ne riferiamo in dettaglio a fianco con la trascrizione integrale degli interventi.
Denise Pagano, direttore del Museo Pignatelli, ha poi parlato sul tema Sulle tracce del caffè presentando una serie di immagini rare di opere d’arte dedicate al caffè e alla tazzina del caffè. Con alcune chicche inedite.
Evoluzione del mercato caffè italiano è stato il tema dell’intervento di Maurizio Giuli il più apprezzato dalla folta schiera degli addetti ai lavori del settore. Giuli, che è il presidente dell’Uci, ha fornito i dati aggiornati che documentano l’eveoluzione del marcato del caffè italiano. Con considerazioni particolari relativamente all’export, all’import e al valore del caffè torrefatto italiano che finisce oltre confine.
Giuli ha concluso il suo intervento che leggerete nell’edizione di lunedì indicando i tre punti cardinali per il futuro del mercato che sono consolidamento, maggiore attenzione ai giovani per aumwntare il looro co consumo del caffè e il valore del caffè stesso. «Perché soltanto un caffè di valore elevato ha futuro sul mercato, soprattutto su quello dell’export. Per recuperare le quote a valore perse».
Alla fine del suo intervento Maurizio Giuli ha avvertito che le 53 immagini e i grafici che hanno contrassegnato la sua precisa esposizione sono disponibili in pdf per tutti al sito raggiungibile cliccando QUI
Tema di grande attualità quello affrontato da Maria Carmela Ostillo professore di marketing e direttore della brand academy in Sda Bocconi School of management di Milano. La docente ha parlato del suo cavallo di battaglia Brand strategy e brand architecture per prodotti e canali.
Prima del pranzo leggero s’è impssessato del microfono il professor Alberto Ritieni ordinario di chimica degli alimenti, dipartimento di farmacia dell’Università di Napoli Federico II. Il docente, gran conferenziere che ha preso in pugno la platea, ha parlato de Il caffè: un vecchio amico da riscoprire per i suoi valori salutistici e nutraceutici.
Passaggio molto apprezzato dai presenti è stato quello del pranzo leggere con degustazione dei Boccaccielli del cuoco contadino Pietro Parisi. Si è trattato di quattro grandi classici della cucina napoletana, preparati con l’antica cottura del sottovuoto a vapore, accompagnati da pane cafone e vino del Vesuvio. Non sono mancati dolci della tradizione natalizia napoletana e caffè.
Qualcuno non ha mancato la visita al Museo delle carrozze nel giardino del Museo Pignatelli.
Alla ripresa dei lavori s’è visto un serrato match tra due tecnici, peraltro amici, Dario Ciarlantini e Andrej Godina. Ciarlantini è master barista, barmanager, Autorised trainer Sca (Specialty coffee association), qualifica quest’ultima in comune con Godina che è anche dottore in scienza, tecnologia ed economia dell’industria del caffè nonchè presidente Umami area e comproprietario di una fazenda in Honduras.
Ciarlantini e Godina, stimolati da Ciro Cacciola, si sono scontrati su tradizione contro innovazione. Un dibattito serrato, ricco di spunti ben esemplificati e facilmente applicabili alle attività dei presenti. Che hanno raccolto. La trascrizione completa del confronto sarà pubblicata in uno dei prossimi numeri.
Ultimo l’intervento di un altro professore: Marino Niola docente di antropologia dei simboli, antropologia delle arti e delle performance e miti e riti della gastronomia contemporanea all’Università degli studi di Napoli Suor Orsola Benincasa.
Anche l’intervento del professor Niola lo leggerete nella versione integrale in uno dei prossimi numeri.
L’appuntamento adesso è per la prossima edizione. Che non sarà più a Napoli o Milano, già sedi di incontro del Comitato, perché si è già deciso che l’evento sarà itinerante per avvicinare di più gli operatori di tutte le zone d’Italia. Un bell’impegno. Perché ripetere il livello del convegno di Napoli sarà difficile. Qui c’era anche la musica dal vivo, a tema caffè, in napoletano.