MILANO – Nella primavera 2011, il management del Gruppo propone a Valerio Cometti di affrontare il progetto per la realizzazione del MUMAC, museo della macchina per caffè: il rapporto fra il designer ed il Gruppo è intenso. Cometti è da tre anni impegnato nel design delle macchine per il caffè più note al mondo, ovvero le macchine a marchio LaCimbali e Faema. Il progetto richiede diversi mesi di lavoro per giungere alla definizione dell’architettura e dell’allestimento interno, in costante confronto con la Committenza ed il curatore museale, Dott. Andrea Kerbaker.
Cometti dietro il design del Mumac
Il MUMAC si trova nell’area industriale di Binasco e come nucleo prevede l’edificio precedentemente adibito a magazzino dei ricambi: una semplice costruzione prefabbricata in cemento armato con pannelli perimetrali finiti in graniglia, che insiste su una pianta di circa 1.700 mq con un’altezza di 8 metri e che offre spazi di ampie dimensioni, ben illuminati da lucernari ricavati nella copertura piana. Il tema del progetto è stato quello di creare un’architettura di pregio e fortemente caratterizzata, senza tuttavia celare completamente l’edificio esistente, anzi valorizzando la realtà industriale pienamente operativa nella quale è immersa.
Per i visitatori del MUMAC è stato creato un ingresso attraverso il quale si accede ad un’area delimitata da un articolato setto color caffè.
Cometti ha creato uno spazio particolare
La parete di fondo di tale setto è scandita da nove alberi che la dividono in 10 spazi uguali: dieci decenni che simboleggiano il secolo di vita e di successi del gruppo Cimbali che vengono richiamati con sobrietà dai progettisti. Una facciata in doghe di metallo curvilinee di color “rosso Cimbali”, ancorata meccanicamente all’edificio esistente, crea una sorta di grande parete ventilata che accompagna nel percorso il visitatore verso il serramento di ingresso.
Questa delicata composizione di curve e controcurve, che vista dall’alto ricorda i caldi flutti dell’aroma del caffè che si sollevano dalla tazzina, si compone in modo riuscito con la geometria diagonale che sottende il progetto e che si ritrova come principio generatore della divisione degli spazi interni. Balzanelli e Cometti hanno prestato grande attenzione all’illuminazione notturna. Posizionando dei corpi illuminanti fra la parete in cemento esistente e la sinuosa facciata in metallo, si è riusciti ad illuminare la griglia regolare degli interstizi fra le doghe metalliche: un reticolo di luce che avvolge l’edificio, regalandovi energia e solennità.
Il lato opposto dell’edificio, prevede l’ingresso per i visitatori “Corporate”. Tale facciata presenta la medesima giustapposizione di doghe metalliche contro la facciata esistente, ma secondo una geometria differente, ovvero sfoggiando una suggestiva curvatura, estremamente ampia, interrotta al centro da due piani verticali convergenti, che vanno a formare l’area coperta dell’ingresso “Corporate”.
Attraverso questo ingresso si accede ad un’area legata ad un impiego didattico, la cosiddetta “Area della Cultura del Caffè”
Dove il visitatore potrà prendere confidenza con le attuali macchine per caffè LaCimbali e capirne il funzionamento oltre a poter degustare la bevanda. Per l’allestimento interno, ci si è preoccupati di valorizzare il percorso espositivo e narrativo attraverso l’architettura e l’allestimento degli spazi museali. L’area museale propone infatti un percorso ripartito in sei periodi storici, affascinanti scansioni cronologiche di un secolo intenso, durante il quale la macchina per il caffè è cambiata, accompagnando la cultura ed il costume della nostra società.
L’architettura creata dai progettisti è fatta di percorsi chiari, aree museali nette che fluiscono nella successiva attraverso dei restringimenti che elevano la tensione ed enfatizzano l’impatto visivo dell’area seguente. Prospettive curate e volontà di ricreare frammenti di decenni passati in modo garbatamente allegorico, sono due elementi che hanno caratterizzato il lavoro di Cometti e Balzanelli. Elemento forte del progetto, filo conduttore capace di legare tutte le aree espositive, è la presenza di fotografie di grandi dimensioni, lungo tutte le pareti perimetrali. Queste fotografie sono la metafora di un secolo ricco di successi e tragedie, eventi importanti al punto da meritare di diventare parte dell’architettura e che il visitatore può seguire camminando sullo stesso pavimento in resina color seppia, che cambierà colore e finitura solo in corrispondenza dell’ultima area in ordine temporale. Dal periodo Liberty, caratterizzato da un aereo controsoffitto e da affiche memoria di un’epoca lontana, l’architettura espositiva creata dai progettisti diviene severo colonnato fascista, in un gioco di linee ortogonali che vede coinvolti anche gli espositori in marmo scultoreo.
Il ventennio degli anni ’50 e ’60 diventa la ricostruzione di un bar dell’epoca: uno di quei bar nei quali l’Italia si è fermata davanti a due campioni della bicicletta o ballando con un juke-box. In questo periodo così prolifico per il mondo delle macchine per il caffè, l’esposizione diviene un abbraccio, un’imponente struttura interamente a sbalzo supporta le macchine del periodo e le regala al visitatore nel loro splendore, grazie anche all’intuizione di adottare degli specchi per godere di entrambi i lati di queste macchine meravigliose. Volumi in moquette beige reggono i capolavori del design sul finire degli anni ’60 e degli anni ’70: icone immortali, degna cornice di macchine per il caffè che crescono in complessità pronte al grande salto dell’export. Ed è proprio l’internazionalizzazione il tema della quinta sala, dallo scenografico abbraccio dato dalla gigantografia notturna di una Terra incapace di dormire. Minimali volumi in fibra di carbonio reggono le macchine che negli anni ’80 hanno iniziato a viaggiare, portando la cultura del caffè e del made in Italy in tutto il mondo.
Si giunge, quindi, ai giorni nostri
Per l’ultima sala i progettisti hanno voluto un netto cambio di geometrie, colori e finiture. Lo spazio sembra smaterializzarsi, gli espositori rivestiti in resina bianca fuoriescono magicamente dal pavimento anch’esso in resina bianca: in quest’area si trovano le macchine più moderne, quelle del trionfo della tecnologia, quelle rivolte ad una società sempre più veloce ed attenta. Questa sala presenta una pianta ad anello, perché abbraccia un volume rosso a tutta altezza, vero fulcro visivo attorno al quale si snodano gli spazi dell’allestimento, poiché si sviluppa a tutta altezza, finendo con il compenetrare con forza i tegoli del soffitto industriale. All’interno di questo volume è ospitata un’installazione di grande forza espressiva: la nuova Cimbali M100 -firmata da Valerio Cometti e presentata in concomitanza dell’inaugurazione del MUMAC – viene letteralmente “esplosa”, permettendo al visitatore di cogliere i contenuti tecnologici ed il livello di complessità di questo modello, con un chiaro invito a riflettere sul percorso straordinario che la macchina per il caffè ha compiuto in questi cent’anni. La nuova Cimbali M100 “esplosa”
Il progetto MUMAC ha costituito un percorso estremamente stimolante per Cometti e Balzanelli
Che hanno così avuto ulteriore opportunità di rinsaldare il loro sodalizio professionale, basato in primis sull’amicizia. La complessità del progetto, sviscerato e “disegnato” fin nei minimi dettagli, ha richiesto un lavoro impegnativo, al limite dell’ossessione, ricompensato dalla consapevolezza di aver dato forma, grazie al coraggioso investimento del Gruppo Cimbali, ad un Museo che contribuirà a raccontare un fenomeno straordinario, fatto di tecnologia e romanticismo, investimenti ed italianità: la macchina per il caffè. www.v12design.com www.arkispazio.it
La scheda sintetica del gruppo Cimbali
Gruppo Cimbali progetta, produce e distribuisce macchine professionali per caffè, bevande a base di latte, solubili e macinadosatori, ed ha come obiettivo offrire al mercato la più ampia gamma di soluzioni per il bar e la ristorazione professionale, coniugando tecnologia, facilità d’uso, design, elevate prestazioni e massima qualità in tazza, attraverso i brand LaCimbali, Faema, Casadio ed Hemerson.
Il Gruppo ha sede a Binasco (Milano) e conta quattro stabilimenti di produzione, di cui due a Binasco, uno in provincia di Cremona e uno a Ghisalba (Bergamo). L’area totale dedicata alla produzione è di 80.000 mq, dei quali 45.000 coperti. La produzione ha raggiunto le 40.000 macchine per caffè professionali sia tradizionali che superautomatiche a cui vanno aggiunti macinadosatori, macchine per solubili e lava tazzine.
Il fatturato consolidato del 2011 è stato di 132 milioni di euro, con una crescita del 14% rispetto al 2010. Il Gruppo Cimbali esporta l’80% della propria produzione in oltre 100 Paesi, attraverso una rete di 700 distributori e grazie alla presenza diretta con filiali e uffici di rappresentanza in 10 Paesi (UK, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, USA, Hong Kong, Australia, Austria, Russia), oltre all’Italia, che hanno anche il compito di garantire l’assistenza tecnica pre e post-vendita in loco.
Complessivamente, i dipendenti del Gruppo sono oltre 600. Il portafoglio clienti annovera i più grandi nomi mondiali della torrefazione, dell’hotellerie, della ristorazione, catene di coffee shop, linee aeree, stazioni di servizio, convenience stores. Brand del Gruppo Cimbali Il Gruppo Cimbali è forte di un portafoglio di 4 brand, attraverso i quali copre ad ampio spettro le necessità dei professionisti dell’horeca: LaCimbali, Faema, Casadio e, per i prodotti complementari, Hemerson. Mantenendo ciascuno la propria identità, questi marchi ricchi di storia esprimono la mission e i valori aziendali, con l’obiettivo di soddisfare appieno le molteplici esigenze dei clienti professionali declinate sui diversi segmenti del mercato.
LaCimbali e Faema sono i brand leader a livello mondiale nel settore delle macchine professionali per caffè e cappuccino. Con una gamma ampia e profonda di prodotti i due brand storici interpretano e diffondono lo stile di vita italiano modulandone le performance sulle esigenze e sui gusti dei diversi Paesi e rappresentano l’apice del design, dell’affidabilità e della “in cup quality”. Casadio è il brand cui è demandata la produzione e la distribuzione di una gamma completa di macinadosatori professionali e di macchine per bevande solubili, oltre che ad una linea specifica di macchine da caffè in grani destinata ai torrefattori ed ai mercati emergenti. Hemerson produce e distribuisce macchine lavatazzine, integrando l’offerta professionale del Gruppo.