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COLOSSI PLANETARI – Autogrill punta verso Est e amplia l’intesa con Rosneft

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MILANO – Gilberto Benetton spalanca le porte in Italia ai russi di Rosneft. Il colosso petrolifero, da pochi giorni nuovo co-proprietario della Pirelli, si allea anche con Autogrill. Sull’asse Pirelli, visto che i Benetton sono anche soci della Bicocca, Marco Tronchetti Provera trova una sponda: il numero uno della famiglia veneta, presidente del big mondiale della ristorazione, ha dato la sua benedizione allo sbarco dei russi nella storica azienda di pneumatici, ma ha fatto intender che lo shoping non è finito.

«È una bella operazione, ne faranno altre in Italia» si è lasciato andare l’uomo che è il «cervello» dei Benetton, partiti dai maglioncini e oggi a capo di una holding che spazia dagli aeroporti alle autostrade ai duty free e ai ristoranti.

Intanto, dopo Pirelli-Camfin, ecco che i russi si sono alleati con Autogrill: il primo contatto c’è stato in occasione delle Olimpiadi di Sochi, dove alcune aree di servizio Rosneft sono stata gestite da Autogrill. Ora però, visto che quell’esperimento è andato bene, Rosneft ha chiesto agli italiani di aprire altri 30-40 punti di ristoro (nelle loro stazioni autostradali): i russi mettono il capitale, Autogrill il marchio e il know-how ha dettagliato l’ad GianMario Tondato.

Est è la direzione verso cui Gilberto disegna la rotta di Autogrill. Il paradosso del mercato è che oggi chi vuole crescere andare in paesi più «poveri». L’Asia e i mercati emergenti sono il futuro delle concessioni e degli aeroporti, ma sono i vecchi mercati quelli coi numeri ancora oggi più grandi.

«Se vuoi essere un leader oggi devi essere per forza in Europa e negli Stati Uniti» nota Tondato. Ma se vorrari essere un leader tra 10 anni, Autogrill deve entrare oggi nei paesi asiatici. Oggi in India lo scontrino medio in un aeroporto è un quinto di quello europeo.

Ma i paesi emergenti hanno dalla loro un asset formidabile: la demografia. Nessun interesse dunque a crescere nei mercati maturi: lo stesso presidente ha escluso un interesse di Autogrill a entrare nel capitale delle rivali Elior, francese e Ssp, inglese. La strategia delineata da Gilberto ha infiammato Piazza Affari: il titolo è volato del 4,23%, maglia rossa della Borsa di Milano.

Ci sono però anche zone d’ombra nella galassia Autogrill: le autostrade italiane sono il malato dell’industria delle concessioni. Il traffico è caduto, le auto fanno sempre più km con un pieno, e ora il mercato è sbilanciato: c’è una sovraofferta di ristorazione, troppe aree di servizio (una ogni 22 km contro una media europea di 40 km).

L’anno scorso Autogrill aveva anche paventato una fuga dall’Italia se fosse continuato questo trend, amplificato dagli alti costi delle concessioni praticati dalla “cugina” Atlantia (per la quale i Benetton hanno escluso un interesse di Abu Dhabi).

Per ora, Autogrill ha dimezzato le aree di ristoro (21 concessioni rinnovate sulle 42 precedenti), mentre il traffico stenta a risalire dopo la batosta degli ultimi 3 anni.

L’inizio anno era stato promettente (+1,6% nel primo trimestre), oggi i caselli registrano solo un +1%, troppo poco per parlare di rimbalzo o ripresa. L’unico modo per contrastare la crisi è migliorare l’offerta. Ed ecco il coniglio dal cilindro: si chiama Eataly, il marchio oggi più forte del cibo italiano (peraltro candidato a sbarcare in Borsa nel 2015 dopo l’ingresso della banca d’affari Tip).

Autogrill trasformerà in un Eataly uno delle sue aree flagship in autostrada: a circa 100-150 km da Milano, forse il mega-ponte sulla A1 tra Piacenza e Parma. Sarà un Eataly by Autogrill, ossia gestito in licenza. Oscar Farinetti incontra Gilberto Benetton.

Fonte: Il Sole 24 Ore – Finanza – 29.05.2014

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