domenica 22 Dicembre 2024
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Colombia, il triangolo del caffè tra aromi e bellezze paesaggistiche

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La Colombia è uno dei principali produttori mondiali di caffè. Con una quota dell’8% del totale, è preceduta solo dal Vietnam con il 20% e dal Brasile che produce quasi un terzo del totale prodotto, il 30% circa.

Il triangolo del caffè è la maggiore zona di produzione del paese. I tre dipartimenti che lo formano si chiamano Caldas, Quindio e Risaralda. L’area fa parte dell’Eje cafetero, dichiarata patrimonio dell’UNESCO nel 2011 per la sua valenza paesaggistica e culturale.

I centri principali dei tre dipartimenti sono rispettivamente Manizales, Armenia e Pereira. Ho potuto visitare personalmente questi luoghi, restandone decisamente affascinato. A mio avviso però, le principali città della zona non sono molto interessanti dal punto di vista prettamente architettonico.

Manizales, che dista circa 300 km da Bogotá (equivalenti a 7 ore di autobus!), conta circa 400000 abitanti ed è la più turistica, offre un centro storico gradevole e soprattutto molti parchi e punti panoramici da cui si possono godere paesaggi mozzafiato. Gli appassionati di football probabilmente ricorderanno l’Once Caldas, club della città vincitore della Copa Libertadores nel 2004.

Armenia e Pereira non offrono molte attrazioni dal punto di vista turistico. Pereira è la città più grande dell’Eje cafetero, con 700000 abitanti circa. Degni di nota sono il giardino zoologico ed il bioparco. Armenia è invece più piccola, meno di 300000 abitanti ed è stata quasi interamente ricostruita dopo un devastante terremoto avvenuto nel 1999.

Tutte le città, che distano circa 50 km l’una dall’altra, sono comunque dei formidabili punti di partenza per visitare le bellezze naturalistiche della regione e, ovviamente, effettuare un tour in una delle tante aziende di caffè del territorio, le cosiddette fincas.

Ho visitato una di esse, “Hacienda Venecia”, nei pressi di Manizales, immergendomi in una sessione mattutina alla scoperta della produzione del caffè e della sua distribuzione.

Si imparano diverse cose, passando dalla raccolta del caffè nelle piantagioni, alla selezione dei chicchi, fino alla degustazione. È notevole sapere come lo stesso chicco di caffè possa offrire diversi odori a seconda della tostatura, oppure come cambi l’aroma dopo la macinazione e l’aggiunta di acqua. Decisamente consigliato, tra l’altro la visita guidata era a buon mercato, sui 10 euro.

A mio avviso, il must della zona è invece rappresentato dalla Valle de Cocora (nella foto), luogo incontaminato in cui si possono effettuare escursioni a piedi o a cavallo e ammirare la bellezza del territorio, ricco di palme altissime e sentieri scoscesi. Piatto tipico della zona è la “Trucha”, trota preparata in diversi modi.

Valle de Cocora è raggiungibile da due paesi molto turistici, Salento e Filandia. Sono paesini simili, molto colorati, pieni di turisti durante la settimana di Pasqua, con molti piccoli negozi di artigianato e tipicità locali, con la netta predominanza del caffè e derivati.

Il principale mezzo di trasporto è la Jeep, da veri avventurosi. Da non mancare la visita ad una finca per il pernottamento, prezzi ancora una volta abbordabili (10 euro) e si è immersi come in un nostro agriturismo, però avvolti in sconfinate piantagioni di caffè.

Il piatto tipico è la ricca “Bandeja paisa”, abbondante piatto con misto di carni, fagioli, uova, avocado, platano, arepa e l’immancabile riso.

Altri siti da visitare sono le località termali della zona, le più famose sono le terme di Santa Rosa de Cabal, ma ci sono diversi siti anche nei pressi di Manizales. Adiacente alle terme è situato il Parque Nacional de los Nevados, le cui vette andine superano i 5000 metri. Merita una visita anche il Parco nazionale del caffè, parco tematico in cui le attrazioni sono tutte legate all’eccellenza della zona.

Per il resto, l’impressione è di trovarsi in una terra veramente accogliente, le persone sono calorose e disponibili per ogni esigenza. Il tutto condito dalla tipica dose di allegria e spensieratezza colombiana. Non mi sono fatto mancare le esperienze da vero viaggiatore, non turista.

Dormire grazie al couchsurfing per alcune notti, due delle quali in una casa a dir poco rustica, dividendo in quattro persone lo stesso letto matrimoniale, con ovvi limiti di spazio. Oppure l’autostop, sorpreso della discreta facilità nel farsi accogliere da qualche auto, camion o furgone che passi, con gli autisti che raccontano la loro particolare versione della situazione colombiana, con i relativi problemi e le relative bellezze.

È forse questo il bello del triangolo del caffè, ma anche della Colombia in generale. Un paese ricco di bellezza e poesia in ogni angolo, con persone dalla straordinaria gentilezza e disponibilità. Un paese dove si possono vivere esperienze diverse e uniche, dove la diffidenza lascia spazio all’accoglienza e dove basta un sorriso per mitigare le differenze. È merce rara, di questi tempi.

Luca Bini

@biniluca89

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