MILANO – Nuova frenata per la produzione e l’export di caffè della Colombia. Secondo le cifre Fedecafé, diffuse venerdì, il massimo paese produttore mondiale di caffè lavati ha raccolto nei 12 mesi trascorsi (aprile 2011-marzo 2012) 7,04 milioni di sacchi, ossia il 27% in meno rispetto ai 9,582 milioni dell’analogo periodo precedente. Calano drasticamente gli imbarchi, pari ad appena 6,999 milioni di sacchi, in flessione del 18%.
Unica nota positiva, una lieve ripresa della produzione mensile, pari a 576 mila sacchi, contro i 571 mila di febbraio. Nonostante il calo dei prezzi e lo svalutarsi del dollaro, l’export degli ultimi 12 mesi ha portato nelle casse colombiane 4.300 miliardi di pesos (1,854 miliardi di euro).
Nell’arco dell’anno solare 2011, il valore delle esportazioni è stato di 4.900 miliardi di pesos, il valore più elevato, in termini costanti, degli ultimi 10 anni. La produzione continua a risentire delle ondate di maltempo dell’anno scorso, che hanno limitato le fioriture e frustrato il potenziale produttivo.
Prosegue inoltre il programma di rinnovo colturale, che ha interessato lo scorso anno un’estensione record di 117 mila ettari, in massima parte reimpiantati con varietà resistenti alla ruggine del caffè (roya).
L’incidenza di questa grave malattia crittogamica è sensibilmente aumentata a causa del mutamento climatico e si estende ormai anche a fasce altimetriche considerate un tempo sicure.
I produttori: riconversione e reazione
“I produttori proseguono con determinazione nel loro sforzo di riconversione, come dimostrato dai risultati sin qui conseguiti dal programma. L’obiettivo è quello di avere, entro il 2015, il 90% dell’ettaraggio costituito da arbusti giovani, produttivi e a prova di roya. Ciò aiuterà a fare della caffeicoltura un’attività sostenibile e climaticamente intelligente” ha dichiarato il direttore generale della federazione Luis Genaro Muñoz Ortega.
“Constatiamo inoltre con soddisfazione che i produttori continuano a investire nelle loro piantagioni e che le fluttuazioni dei prezzi non hanno frenato il processo di riconversione e razionalizzazione in corso” ha aggiunto Muñoz Ortega sottolineando che gli ultimi anni hanno visto investimenti ingenti e che le superfici coltivate a caffè, lungi dal contrarsi, sono cresciute nel 2011 raggiungendo un totale di 921 mila ettari.
“La nostra è una scommessa sul futuro di cui beneficeranno direttamente le oltre 563 mila famiglie occupate nel settore del caffè. Siamo forse l’unico paese a essersi impegnato con disciplina e serietà a riconvertire il settore per renderlo produttivo in condizioni diverse da quelle storiche” ha concluso Muñoz Ortega.
Nonostante l’ottimismo del numero uno di Fedecafé, le organizzazioni locali dei produttori sollecitano il governo a proclamare lo stato di emergenza e ad adottare misure urgenti a sostegno del settore, colpito dal calo produttivo e dalla flessione dei prezzi, i cui effetti sono accentuati dal rivalutarsi del peso sul dollaro. In un’intervista a un portale informativo, Luis Gonzaga Cadavid, dirigente della regione di Caldas, ha lanciato l’allarme per il forte aumento delle importazioni colombiane da Ecuador e Perù (queste ultime triplicate nel corso di quest’anno) e per il calo dei livelli qualitativi dell’export, che danneggia l’immagine del’intero comparto.
Provvedimenti
Cadavid ha auspicato provvedimenti immediati a favore dei produttori, quali crediti e contributi speciali per finanziare il pagamento delle retribuzioni, acquistare gli input chimici e ridurre l’esposizione con le banche.
Ha espresso inoltre preoccupazione per l’esito del raccolto mitaca, che a suo giudizio “non supererà il mezzo milione di sacchi, contro i 3 milioni degli anni anteriori”. Timore anche per il paventato incremento della contribución cafetera, il contributo sulle esportazioni (pari a 6 centesimi di dollaro per libbra) trattenuto da Fedecafé per finanziare le attività del Fondo Nacional del Café.
La federazione giustifica l’esigenza di un aumento alla luce della svalutazione del dollaro e sostiene che l’ammontare del contributo, tradotto in valuta locale, è pari a meno della metà rispetto a qualche anno fa.
Fedecafé afferma inoltre che la contribución non è una tassa, poiché il gettito incamerato va a diretto beneficio del settore. Ma i produttori obiettano che una maggiorazione del prelievo comprimerebbe ulteriormente i loro margini in un momento di grave difficoltà.
Qualsiasi variazione del contributo – fissato, nella sua entità attuale, nel 2007 (precedentemente era pari al 5% del prezzo rappresentativo dei caffè lavati colombiani) – va comunque approvata dal parlamento per poter essere operativa.
Volcafe, divisione caffè di ED&F Man Holdings, rileva anch’essa in un recente report lo scarso flusso commerciale sin qui generato dal raccolto mitaca, che ha peraltro risentito nelle ultime settimane del maltempo e delle festività pasquali.
Anche il trader elvetico appare pessimista quanto alle possibilità di ripresa della produzione colombiana, che nel 2011/12 – si legge ancora nel report – “raggiungerà a stento i 7 milioni di sacchi”.
BRASILE – Da governo e banche stanziamenti ingenti per finanziare il prossimo raccolto. Ancora incertezza per il basso livello delle precipitazioni nel Minas Gerais Vitória ospiterà una conferenza internazionale dedicata ai robusta
Intanto tutto il mondo del caffè guarda con attenzione agli sviluppi meteo nelle aree di produzione del Brasile dove sta per iniziare la lunga stagione di raccolto. Nel Minas Gerais ad aprile non è praticamente piovuto.
I dati monitorati da Somar rilevano valori pari ad appena il 5% delle medie stagionali. L’umidità accumulata a marzo, uno dei pochi mesi caratterizzati da un regime delle precipitazioni regolare, appare sufficiente, ma un ulteriore apporto favorirebbe lo sviluppo delle drupe garantendo migliori rese in termini quantitativi e qualitativi.
Nel periodo di raccolta sarà al contrario importante la presenza di condizioni di tempo secco, poiché l’umidità danneggerebbe i chicchi durante l’essiccazione. Le previsioni a lungo termine appaiono, in questo senso, favorevoli.
Soddisfazione per l’andamento meteo è stata espressa dai produttori dell’Espírito Santo, massimo stato produttore di caffè robusta. Le ultime settimane hanno visto piogge abbondanti, che migliorano ulteriormente le prospettive per l’imminente raccolto.
Il calo nei prezzi degli arabica, le cui attuali quotazioni sul mercato newyorchese sono inferiori di un terzo rispetto a 12 mesi fa, sta contribuendo a rallentare le vendite dei volumi restanti della produzione dell’annata trascorsa.
Secondo una stima dell’analista Safras & Mercado, il raccolto 2011/12 (conclusosi nell’ottobre dell’anno scorso) è stato sin commercializzato per l’86%, contro vendite pari al 90% del raccolto registrate l’anno scorso in questo stesso periodo, con una produzione nettamente maggiore.
Banco do Brasil, il massimo istituto di credito brasiliano, ha annunciato la scorsa settimana l’apertura di una linea di credito di 2 miliardi di reais (835 milioni di euro) per finanziare il prossimo raccolto di caffè. I finanziamenti saranno disponibili sin dal mese di giugno.
L’impegno del governo
Rilevantissimo l’impegno del governo di Brasilia, che stanzierà mezzi ingenti a sostegno dei produttori e per favorire un flusso di commercializzazione regolare e coordinato.
Una conferenza sui robusta Vitória, capitale dello stato di Espírito Santo, ospiterà dall’11 al 15 giugno una conferenza internazionale dedicata alla Coffea Canephora (nome scientifico della robusta), nella ricorrenza del centenario della sua introduzione in Brasile.
Pur essendo arrivata nell’ Espírito Santo un secolo fa, la robusta – varietà Capixaba Conilon – è prodotta commercialmente da appena una quarantina d’anni.
Promossa e patrocinata dal governo dello stato e dalle principali istituzioni scientifiche e di ricerca locali e nazionali, la conferenza ripercorrerà la storia della diffusione della Canephora in Brasile trattando inoltre di tutti gli aspetti scientifici e commerciali connessi a questa varietà.
È prevista la partecipazione di botanici, agronomi, esperti di mercato, che discuteranno di sviluppo e innovazione, qualità, competitività produttiva e sostenibilità, sulla base delle esperienze maturate in tutto il mondo.