MILANO – Il Comitato italiano caffè ha diffuso nel suo ultimo comunicato la traduzione in italiano della nota del Direttore Esecutivo ICO sulla situazione del mercato internazionale del caffè nel mese di agosto 2013. Il testo in lingua originale con le relative tavole ed i grafici si può leggere nella sezione BorseCaffè oppure cliccando QUI .
COFFEE MARKET REPORT – Agosto 2013
I prezzi del caffè hanno continuato a scendere in agosto, malgrado un breve rimbalzo all’inizio del mese.
La media mensile dell’indice dei prezzi ha toccato così il livello più basso degli ultimi quattro anni,
assieme alle medie mensili dei prezzi dei tre gruppi di Arabica.
Le esportazioni totali hanno raggiunto in luglio il livello di 9,1 milioni di sacchi, con un calo del -6,6% sul luglio 2012, mentre le esportazioni totali nei primi dieci mesi dell’anno caffeicolo 2012-13 hanno toccato la quota di 94,5 milioni di sacchi, con un
aumento del +3,6% sullo stesso periodo del precedente anno caffeicolo.
Il consumo mondiale di caffè nell’anno di calendario è stimato a quota 142 milioni di sacchi, con un aumento del +2,1% rispetto ai
139,1 milioni di sacchi del 2011. Gran parte dell’aumento si lega ai mercati dei paesi esportatori e dei paesi
emergenti, con crescite rispettivamente del +2,5% e del +4,7%. Il consumo sui mercati tradizionali è cresciuto invece di un modesto +1,0% sul 2011.
Le dinamiche dei prezzi
La media mensile dell’indice del prezzo composito ICO ha raggiunto la quota di 116,45 cents di dollaro/libbra in agosto, con un calo del -2,1% sul mese precedente (Graf.1). E’ il livello più basso dal settembre 2009. Tutti e quattro i gruppi di caffè sono diminuiti su luglio, con discese significative dei tre gruppi di Arabica. I Colombiani Dolci, gli Altri Dolci e i Brasiliani Naturali sono diminuiti rispettivamente del -2,9%, del -2,3% e del -2,2%. Un calo del -2,2% è stato accusato anche dai Robusta (Graf. 2).
L’arbitraggio tra gli Arabica e i Robusta si è ristretto in agosto (Graf. 3), con i differenziali tra i prezzi dei
gruppi di Arabica e i Robusta tutti in discesa.
I fondamentali del mercato
Queste dinamiche di prezzo sono state inasprite nelle ultime settimane dal deprezzamento delle valute di
molti paesi esportatori nei confronti del dollaro USA, in riferimento soprattutto al real brasiliano e alla
rupia indiana (Graf. 4). Una valuta più debole può incentivare le vendite, incrementando la disponibilità di
prodotto sul mercato, aumentando ulteriormente la compressione dei prezzi.
Anche se i cambiamenti dei tassi di cambio consentono potenzialmente di incrementare gli introiti in valuta
locale per i produttori, essi appesantiscono in parallelo il costo degli input di produzione pagati in dollari.
In conseguenza, soprattutto in collegamento con i cali di prezzo registrati nell’ultimo biennio, i prezzi
attualmente sono scesi in generale sotto i costi di produzione.
La produzione totale nell’anno caffeicolo 2012/13 è attualmente stimata in assestamento sui 144,4 milioni
di sacchi, con un aumento del +7,6% sull’anno precedente. In termini di export, luglio ha raggiunto i 9,1
milioni di sacchi, con un calo del -6,6% sullo stesso mese dell’anno precedente. Comunque, le esportazioni
dei primi dieci mesi dell’anno caffeicolo 2012/13 hanno raggiunto la quota di 94,5 milioni di sacchi, con
un +3,6% rispetto ai 91,2 milioni dello stesso periodo 2011/12.
Il consumo mondiale dell’anno di calendario 2012 è stimato a quota 142 milioni di sacchi, con un aumento
del +2,1% sul 2011. L’assorbimento sui tradizionali mercati di consumo ha raggiunto i 71,4 milioni di
sacchi, con un modesto +1,0% sull’anno precedente. Gli USA rappresentano il più importante mercato
singolo del pianeta, con un consumo 2012 di 22,2 milioni di sacchi, a fronte dei 22 milioni del 2011.
Nella UE il consumo ha raggiunto i 41 milioni di sacchi, con un +0,6% sul 2011, cui ha contribuito il +9,6%
della Spagna, ma a cui hanno fatto da contraltare i cali del -6,7% e del -2,9%, rispettivamente, di
Germania e Francia. I consumi 2012 in Italia e Regno Unito sono stati sostanzialmente stabili.
Le crescite dei consumi più accentuate negli ultimi anni si sono legate ai paesi esportatori e ai mercati
emergenti. Come si vede nel Graf. 5, il consumo complessivo di caffè dei mercati non tradizionali è salito
di circa il +50% dal 2003. Il Brasile è con largo distacco il mercato più forte dei paesi esportatori, con una
quota 2012 di 20,2 milioni di sacchi e un +3,1%. Un forte aumento dei consumi è stato registrato in
Indonesia, con una quota 2012 di 3,6 milioni di sacchi e un +7,5%, e in India, con una quota di 1,9 milioni
di sacchi e un +4,8%.
Nei paesi emergenti, il consumo totale 2012 è stimato in 27,2 milioni di sacchi, con un +4,7% sull’anno
precedente. Il consumatore più forte, in questo ambito, è la Russia, con 3,8 milioni di sacchi e una crescita
del +2,0% sul 2011. Aumenti significativi sono stati registrati in Algeria e Australia, rispettivamente col
+9,0% e il +15,9%.
I mercati emergenti hanno complessivamente contribuito all’aumento dei consumi
2012 con una quota di 1,2 milioni di sacchi, a fronte della quota di 1,1 milioni di sacchi dei paesi
esportatori e della quota di 672.000 sacchi dei mercati tradizionali. I dati sui consumi di caffè in un’ampia
selezione di paesi sono riportati nella Tab. 6.