MILANO – Il caffè proviene solo dai semi del frutto, che viene scartato. Coffee Flour produce farina dai frutti di caffè e crea un prodotto nutriente, senza glutine e sostenibile. Per combattere lo spreco con il risparmio alimentare.
Tutti sappiamo che il nostro caffè mattutino nasce in America Latina, Asia o Africa. Ma non tutti sappiamo che la bevanda calda con la caffeina proviene solo dal seme di una drupa (ossia un frutto carnoso con un nocciolo contenente uno o due semi).
Il piccolo frutto rosso della pianta di caffè è una via di mezzo tra una ciliegia ed un mirtillo ed ha due semi ovali al suo interno. Solo questi servono per produrre il caffè.
La produzione tradizionale
La lavorazione del caffè, dalla pianta alla bevanda in tazza, è molto complessa. Nelle piantagioni di caffè le piante impiegano 3 o 4 anni per produrre i frutti. La raccolta viene effettuata dai coltivatori ed avviene sempre a mano, con una tecnica a strappo o per selezione.
Poi c’è la lavorazione dei frutti, che viene fatta in due modi: il primo è a secco, con essiccazione al sole (i frutti vengono girati ogni giorno e coperti da teli di notte).
Il secondo è in umido, col lavaggio a macchina dove i chicchi vengono separati dalla polpa e fermentati, per poi essere essiccati e raffinati. Infine, il caffè grezzo, chiamato anche green coffee, viene raccolto in sacchi di iuta e portato nei paesi di consumo. Qui avvengono i test di qualità, la tostatura e la macinazione.
Durante la lavorazione, più di metà del frutto di caffè viene scartato. Per ogni 50 chili di drupe raccolte vengono prodotti solo 10 kg di chicchi di caffè. E il resto? Buttato via, inquinando i fiumi e i terreni vicini.
Coffee Flour, la farina di caffè
Coffee Flour usa le drupe, considerate un rifiuto, per produrre farina di caffè. Dopo il lavaggio, le seleziona, le asciuga e le macina per creare un prodotto a sé stante.
Nonostante assomigli a caffè macinato, la farina di caffè ha un sapore floreale, più simile al cioccolato che all’espresso.
Ha proprietà nutritive eccellenti: contiene fibre, ferro, potassio (più della banana), proteine e antiossidanti. È senza glutine e non ci sono altri ingredienti, quindi è vegana. È ideale per ricette di dolci, salse e perfino con la pasta o nei cocktail.
Ricette con la farina di caffè
Esistono due tipi di macinazione: quella fine, adatta per la cottura tradizionale e la polvere, ideale per dolci, gelati, bevande o salse delicate. Sul sito di Coffee Flour potete trovare consigli utili e gustose ricette.
L’impatto economico, sociale ed ambientale della farina di caffè
La farina di caffè viene prodotta in Nicaragua, Guatemala, Messico, Vietnam e Hawaii e l’azienda Coffee Flour progetta di espandersi anche in Brasile e Giappone. Questo prodotto ha un impatto economico e sociale importante per le comunità in cui viene creato.
Le famiglie degli agricoltori e dei lavoratori hanno una forma di guadagno alternativa, non soggetta alla variabilità di prezzo del caffè, alle intemperie e ai parassiti che potrebbero danneggiare il raccolto. Inoltre è sostenibile: le drupe, solitamente scartate, creano un prodotto nuovo anziché inquinare l’ambiente.
Di questi tempi, in cui anche la produzione di caffè è a rischio a causa del cambiamento climatico, il progetto Coffee Flour è meritevole.
Altri casi di risparmio alimentare
Esistono altri progetti che rendono il caffè sostenibile: dalla start-up in Perù che insegna ai coltivatori di caffè ad usare l’energia solare per l’essiccazione, alle capsule che fanno nascere il riso per il banco alimentare.
Oppure il riciclo dei fondi di caffè, da quello quotidiano che possiamo fare in casa alla coltivazione dei funghi, secondo un interessante progetto del Politecnico di Torino con Lavazza Training Center.
Lo spreco alimentare è un grande problema. La farina di caffè è un esempio di come uno scarto può diventare un prodotto nuovo, con valori nutritivi eccezionali e un grande pregio: la sostenibilità. Diventando fonte di benessere per l’uomo, oltre che per l’ambiente.