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venerdì 22 Novembre 2024
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Claudio Piredda corona il suo sogno con una torrefazione in Cambogia

L’ambientamento dura poco, l’avviamento della nuova torrefazione, più grande e più ambiziosa, richiede tempo ed energie. “A Siem Reap tostavo piccole quantità, qui siamo partiti con 150 kg al mese, per gli hotels e i ristoranti del gruppo!”. Ci vuole una miscela per gli expat – gli stranieri – quindi tostare all’italiana per gli espresso e i cappuccini, “e poi mi è stato chiesto di capire il gusto dei locals”

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MILANO – Il caffè e gli italiani: un legame culturale, storico, fatto di abitudini e anche parecchi luoghi comuni. Resta il fatto che quando si parla di torrefazione, non possono che venire in mente le eccellenze italiane che spesso hanno dietro una storia di passione. La stessa che ha portato Claudio Piredda molto lontano, in Cambogia, a praticare questo mestiere e ad esportare l’amore per la materia prima. Leggiamo il racconto dal sito kongnews.it.

Claudio Piredda: quando i sogni portano lontano

“Claudio, archeologia è una facoltà per ricchi”. Si sa, “i genitori vedono sempre più lontano dei figli. Al terzo anno, dopo qualche esperienza tra gli scavi e a nove esami dalla laurea, mi sono ritirato dal corso”. È il 2008 e a poco più che vent’anni Claudio Piredda torna a fare l’unica cosa che si sente in grado di fare: disegnare.

Claudio Piredda è diplomato come geometra al Cattaneo, un istituto tecnico della sua città, Milano. Anche negli incompiuti anni universitari ha vissuto con la matita in mano. “Mi facevano disegnare i reperti che si trovavano negli scavi”.

Il cambio di percorso è naturale

“non ero certo di intravedere un futuro, ma mi sono iscritto a una scuola di fumetto ed…ecco che arriva una bella botta di culo!”. Una sera tornado in bici dalla scuola incontra un amico con una bella novità. “Era appena entrato alla Eastpak e dopo poco mi propose di partecipare ad un tour dove gli artisti avrebbero dovuto disegnare sugli zaini nei vari eventi”.

Le tappe di Eastpak si svolgevano spesso nei week end, “quindi mi trovai un lavoro in un catering che faceva servizi per l’alta moda milanese. Lì è iniziato il mio approccio al mondo della caffetteria e della ristorazione”.

Nel 2011, Claudio Piredda inizia a lavorare da Gogol & Company, la caffetteria della libreria di uno dei suoi migliori amici

Nel tempo libero Claudio gira il mondo col suo socio, un’isola del sud-est asiatico gli rimane particolarmente impressa: Koh Phangan, in Tailandia.

Dopo due anni di lavoro nella caffetteria, “decisi che era il momento giusto per partire di nuovo. Tornai a Koh Phangan, dove avevo allacciato amicizie e mi ero trovato così bene. Non che in Italia mi sentissi male, ma la vita su un’isola tropicale è idilliaca. Era la felicità tutti i giorni, anche solo guidando il motorino nel verde straripante di questo posto incantato”.

Dopo un meraviglioso periodo di aggrado – “quasi un anno”, ride Claudio Piredda – a Koh Phanan succede l’incontro che gli cambia la vita: la chiamata di un’amica che in arrivo insieme al fratello e a un bel progetto.

Gli propongono di aprire due ristoranti e una gelateria con caffetteria a Siem Reap e Phnom Penh, in Cambogia

“Ero stato solo una volta in Cambogia, ma iniziavo anche ad avere voglia di fare una nuova avventura, sapendo che Koh Phangan era sempre lì ad aspettarmi”. Così nel 2015 Claudio Piredda accetta di lasciare l’isola dei suoi sogni per diventare manager di Gelato Lab, una gelateria artigianale e caffetteria a 1000 km da casa.

Nel giro di poco arriva una nuova offerta: imparare a tostare il caffè, con l’idea di venderlo anche negli hotels e ristoranti della città

“Così mi mandarono nella migliore scuola thailandese, la FABB, l’unica scuola autorizzata a rilasciare certificati validi in tutto il mondo”. Claudio Piredda si sposta torna così in Tailandia, a Chiang Mai nel nord del paese. Il corso di tostatura è tenuto dalla proprietaria della scuola, una donna elegante ex moglie di un ministro thailandese, che aveva imparato a tostare il caffè a Firenze negli anni 90 “Mi prese in simpatia e durante il corso diventò la mia mamma asiatica”.

Per due mesi dopo il corso lo ospita nella sua immensa casa per tostare tantissime varietà di arabica e imparare alcuni trucchetti del mestiere, “finalmente avevo trovato qualcosa che mi piaceva veramente e potevo farne un lavoro, mi si aprii un mondo nuovo”.

Amore e Torrefazione per Claudio Piredda

Finito il corso intensivo torna in Cambogia, a Siem Reap, per avviare la prima torrefazione. Crea due miscele molto apprezzate dai clienti per il sapore fresco del caffè tostato pochi giorni prima. Un giorno arriva un cliente famoso: lo chef cambogiano Luu Meng, che sembra apprezzare particolarmente il gelato fatto con macchine carpigiane e il blend del caffè tostato. “Dopo qualche giorno manda una mail con la proposta di creare una torrefazione a Phnon Penh, la capitale, dove lui é il Ceo Almond Gruop, un consorzio di hospitality (hotels e ristoranti)”.

L’ambientamento nella capitale dura poco, l’avviamento della nuova torrefazione, più grande e più ambiziosa, richiede tempo ed energie. “A Siem Reap tostavo piccole quantità, qui siamo partiti con 150 kg al mese, per gli hotels e i ristoranti del gruppo!”. Ci vuole una miscela per gli expat – gli stranieri – quindi tostare all’italiana per gli espresso e i cappuccini, “e poi mi è stato chiesto di capire il gusto dei locals”. Claudio si mette a sbirciare le abitudini al bar dei cambogiani, che bevono molto caffè freddo e filtrato, lungo. In poche settimane prende vita il blend local che viene apprezzato dai clienti Khmer, la produzione passa così da 150 a 400kg al mese. “Ero passato da una piccola torrefazione a rifornire il caffè di uno tra i più grossi gruppi commerciali del paese”. In Cambogia Claudio ci ha lasciato il cuore. “Ho incontrato la ragazza dei miei sogni, Vichka, un angelo cambogiano. Ci siamo conosciuti a Siem Reap, bevendo un caffè”.

Vichka lavorava come modella e si era appena messa in proprio con una piccola azienda di prodotti naturali, “iniziammo così una bellissima storia d’amore e partnership lavorativa”. Dai Khmer è il nome dell’azienda fondata da Vickha – Dai vuol dire “mano” nella lingua khmer, la sua etnia di appartenenza – a cui Claudio dà un tocco di italianità.

“Sono sempre stato appassionato di designi, così ho provato a sfruttare le mie capacità creative per valorizzare il brand e il logo della nostra azienda”.La felicità è dentro. Le cose vanno alla grande e nel 2018 la coppia apre un primo negozio a Siem Reap, raddoppiando poco dopo col primo refill store di Phon Penh che un bel giro clienti, anche grazie ad una strategia social curata nel dettaglio. È quindi la volta di un terzo negozio, sempre a Siem Reap. “Stiamo facendo i documenti che servono per iniziare a esportare in altri paesi, abbiamo già avuto ordini dalla Francia, Belgio, Usa e Italia”.

Questa è la storia di Claudio Piredda che da ormai 5 anni si svolge in Asia

“Ormai posso dirlo: vivo qui, non mi sento lontano. Credo che la sia dentro, puoi essere felice ovunque tu sia”. Il percorso di crescita e di realizzazione di Claudio è stato naturale: “Sono cresciuto piano piano, seguendo mood e flow degli eventi. Non avevo molti soldi tra le mani, sono rimasto tranquillo, senza arrendermi. Sono cresciuto lavorando, e adesso ho in mano un’attività in un settore che sento mio. Un universo di nove persone che ha coinvolto la comunità locale, producendo prodotti – come oli, shampoo, saponi, creme – completamente plastic free del loro workshop in un villaggio poco fuori città.

Claudio Piredda, economicamente si sente realizzato ma non ricco

“Ho una bella casa, vivo in una bella casa. La vita costa poco e il mio d’acquisto è tre volte tanto. Non me la sono mai passata così bene, ma continuo ad avere progetti”. Come tostatore di caffè posso programmarmi le giornate come voglio, lasciandomi del tempo libero da dedicare ad altro. Essere italiano per Claudio è un vantaggio, “hai un’etichetta positiva, aurea d’oro per food & beverage”.

Lui, il primo italiano che tosta il caffè in Cambogia si sente come un’astronauta che ha scoperto un nuovo mondo. “E il meglio deve ancora venire! Ci sono altri progetti, come sposarmi con la donna che amo”.

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