MILANO – Tme è l’azienda fidentina di macchine per il confezionamento del caffè made in Parma. Una storia di successo di cui il Ceo Claudia Merli fa parte: è lei la donna del caffè che abbiamo intervistato per la serie di interventi al femminile che donano un punto di vista più “rosa” del settore caffeicolo.
Claudia Merli: che cos’è per lei il caffè? Un ricordo, un’abitudine, un tramite?
“Il caffè per me è un ricordo. Infatti, ho amato questo prodotto fin dall’infanzia. Mio nonno nacque in Brasile e mi raccontava spesso di quando, con i miei bisnonni vivevano a Santos ( porto di San Paolo /Brasile ) e si occupavano di pulire il caffè che poi veniva esportato .”
Direi che quindi non sia stata solo una scelta lavorativa ma proprio di vita. Perché, effettivamente, si può dire che il caffè sia quasi un filo rosso che collega diverse
generazioni della mia famiglia. In quanto ora anche mia figlia Alice fa parte dell’azienda”
Potrebbe descrivere il suo mestiere?
Risponde Claudia Merli: “TME lavora dal 1982 nella progettazione, sviluppo e collaudo di linee per il packaging di prodotti polverosi quali caffè e similari. Io e la mia famiglia gestiamo dalle origini quest’azienda in modo “familiare “ e con il costante aiuto del personale che collabora con noi. Con particolare dedizione e ponendo una costante attenzione allo sviluppo tecnologico che contraddistingue il mondo del confezionamento.
Oltre che una attenzione al prodotto ed ai clienti che, con le loro richieste innovative, ci spingono sempre di più ad investire in ricerca e sviluppo.”
Quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale
“Fin dai primi passi che ho mosso nella mia azienda. Sicuramente in tal senso, mi ha illuminato un incontro con una importante azienda di torrefazione di caffè della nostra zona che mi ha spiegato quanto fosse importante investire le nostre forze in questo mondo così energico. Aiutandoci anche a sviluppare le tecnologie applicata alla pesatura e al confezionamento di questo pregiato alimento.”
C’è stato un episodio particolare in cui Claudia Merli ha pensato di non farcela e perché?
“Sicuramente i primi anni di vita di TME non sono stati facili. All’epoca, mio marito si occupava del montaggio e del collaudo delle linee; era spesso in trasferta da Seattle al Brasile, dalla Cina al Vietnam. Ed io rimanevo in azienda ad occuparmi del resto, oltre che di due bambine in tenera età.
Temevo che le forze mi venissero meno, a causa dei numerosi compiti sia professionali che famigliari. Ma ho sempre avuto accanto a me, oltre che i miei famigliari anche un gruppo di collaboratori che mi hanno sempre aiutato ed ora io farò lo stesso con mia figlia Alice che porterà avanti le redini aziendali.”
Che cosa direbbe a quella Claudia Merli del passato, in difficoltà?
“Le direi di non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà quotidiane e di affrontare con più fiducia in se stessa le scelte anche difficili che una imprenditrice deve fare.”
E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?
“Direi che questo è un settore perfetto per il proprio futuro. Un settore in continua
trasformazione con una forte dose di vitalità e allegria. Sicuramente non ci si annoia! Nel packaging di questo prodotto lo si è visto bene: infatti dal sacchetto morbido si è passati al sottovuoto e dopo alla monodose … e il futuro …. Sempre alla grande!”
Descriverebbe la sua giornata tipo?
“E’ quella tipica dell’imprenditore. Quindi si parte alla mattina molto presto per concluderla alla sera tardi. Ma il mio lavoro è anche la mia passione e sono sempre alla ricerca di informazioni utili che possano far crescere la mia azienda.”
Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?
Risponde Claudia Merli: “In passato sicuramente sì…. Il settore del confezionamento e più in generale quello della metalmeccanica, infatti, era riservato ai soli uomini. Nelle visite dai clienti ero sempre accompagnata da ingegneri o tecnici uomini per semplificare la trattativa. La prospettiva è poi molto cambiata dagli anni 80 ad oggi. Quando i pregiudizi nei confronti delle donne sono stati scardinati e l’attenzione dei clienti si è focalizzata sul prodotto che possiamo offrire, sulla tecnologia e sull’assistenza al post vendita.”
Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?
“Negli ultimi anni il settore del confezionamento ha visto una evoluzione tecnologica molto rapida. Con la richiesta da parte dei clienti di alte velocità e riduzione dei consumi. Grazie alla grande esperienza che abbiamo maturato negli anni, possiamo dire che i nostri impianti sono permeati di quello spirito innovativo che ci caratterizza.”
Come intende la giornata internazionale del caffè?
“Non ho mai amato molto le ricorrenze ma, nonostante questo, penso che la giornata
internazionale del caffè sia un momento importante per rendere visibile le diverse
professionalità che caratterizzano questo settore. E far emergere e celebrare così le tante eccellenze che lavorano per rendere l’esperienza del caffè unica.”
Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?
“A mio avviso ciò che caratterizza il nostro lavoro è la voglia di fare e l’energia travolgente che mettiamo in ogni attività. C’è una grande voglia di riscatto nel mondo femminile questo ci dà la forza di lavorare con entusiasmo per raggiungere grandi traguardi.”