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lunedì 18 Novembre 2024
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Il Clan Parisi di Bari sotto inchiesta, 135 nei guai: il caffè di bassa qualità, attrae gli investimenti della malavita nei bar pugliesi

Tre aziende collegate all'operazione criminale: Torregina caffè (gestita da Tommaso Parisi, figlio dello storico boss Savino e Christopher Luigi Petrone), Raro Srl. (che faceva riferimento a Massimo Parisi come socio occulto, il fratello del capoclan) e Caffè sartoriale

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BARI – Il clan Parisi è stato messo sotto inchiesta dalla direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese: eseguite 135 misure cautelari ad opera della Polizia di stato. Secondo gli inquirenti il settore del caffè è stato il terreno fertile che ha attratto gli investimenti malavitosi: la tazzina permette, se venduta ad un prezzo maggiorato, importanti margini con basse spese a monte e proprio per questo è entrata nel mirino delle organizzazioni mafiose.

Tre aziende collegate all’operazione criminale: Torregina caffè (gestita da Tommaso Parisi, figlio dello storico boss Savino e Christopher Luigi Petrone), Raro Srl. (che faceva riferimento a Massimo Parisi come socio occulto, il fratello del capoclan) e Caffè Sartoriale. Ora queste tre persone sono finite in carcere.

Il clan Parisi avrebbe obbligato con metodi coercitivi e intimidatori alcuni esercenti e gestori a vendere il caffè spesso acquistato in nero e prodotto nelle torrefazioni della malavita

Anche sapendo di star servendo materia prima di scarsa qualità a prezzi maggiorati sul valore di mercato, i titolari si compravano anche la benevolenza del clan oltre che maggiori guadagni per via delle evasioni fiscali.

Investendo il denaro sporco, il clan Parisi avrebbe guadagnato circa 10 euro per chilo di caffè venduto, garantendosi entrate per centinaia di migliaia di euro.

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