Veronica Ulivieri*
MILANO – Ufficialmente sarà presentata all’Ism di Colonia, la grande fiera internazionale dei prodotti dolciari, all’inizio di febbraio, ma sugli scaffali di supermercati e negozi specializzati italiani e esteri ha già dato i primi risultati positivi.
Dopo essersi concentrata per decenni sui canali B2B e private label, Icam, la storica azienda del cioccolato nata a Lecco nel 1946, ha lanciato una nuova serie di prodotti con il proprio brand. La linea Vanini, cioccolato di alta qualità realizzato con il raffinato cacao peruviano Bagua e secondo ricette particolari –fondenti con rosmarino, al latte con sale di Sicilia, con scorza d’arancia, gianduiotti con pasta di mandorle – ha debuttato sui mercati italiano e Usa prima dell’estate, per arrivare poi in Germania, Austria, Spagna, Polonia e, da poche settimane, anche in Cina.
«Negli ultimi quattro mesi del 2014 la linea ha prodotto un risultato vicino al milione di euro», spiega il responsabile commerciale di Icam Giovanni Agostoni, la terza generazione alla guida dell’azienda che rimane saldamente nelle mani della famiglia Agostoni-Vanini.
«Negli ultimi decenni i prodotti a nostro marchio erano rimasti un po’ sacrificati, ma l’esperienza di 70 anni di attività ci ha convinti che poteva esserci lo spazio per una linea di alta gamma e unica, in discontinuità con gli altri prodotti premium dello stesso tipo. E l’accoglienza del prodotto sul mercato è stata molto positiva. In Italia abbiamo focalizzato i nostri investimenti a supporto della conoscenza e distribuzione del brand Vanini, in particolare con Esselunga, con cui abbiamo organizzato una serie di iniziative promozionali, e lo stesso è stato fatto con Fresh Market negli Stati Uniti».
L’obiettivo adesso è «portare questi prodotti in Gran Bretagna, Scandinavia e nel Far East, anche se in Asia la cultura del cioccolato è molto più indietro. Proprio per questo la buona accoglienza cinese è stata molto significativa».
Un nuovo corso reso possibile dall’inaugurazione nel 2010 dello stabilimento di Orsenigo, in Brianza, costato 70 milioni di euro, che ha quasi triplicato la capacità produttiva. Dal 2009 al 2014 infatti il fatturato è aumentato del 45%, passando da 85 a 123 milioni di euro, con un balzo in avanti in Italia di oltre il 50% e un aumento dell’export, a cui si deve da alcuni anni più della metà del giro d’affari, del 38%.
«In Italia, dove il mercato è in contrazione, stiamo rubando quote ai nostri competitor. All’estero cresciamo focalizzandoci sul nostro ruolo di cioccolatieri di qualità, sia nel segmento retail, sia in quello B2B e private label».
Punto di forza di Icam, che oggi conta 280 dipendenti ed esporta in una sessantina di Paesi, è il presidio di tutta la filiera: «Acquistiamo il cacao direttamente dalle cooperative di produttori in Centro e Sud America e in Africa. In Uganda abbiamo anche avviato un progetto di integrazione totale dei processi produttivi, attraverso una nostra società».
Oltre che sulla qualità delle materie prime Icam ha puntato anche su numerose certificazioni di sostenibilità e salubrità dei propri prodotti: biologica, Fairtrade, Kosher, Halal, Gluten free, Rainforest Alliance.
«L’obiettivo è associare alla nostra tradizionale vocazione all’eccellenza anche la capacità di rispondere alle istanze del mercato, sia salutistiche, sia legate a nuovi stili di consumo».
E in occasione dell’Expo, dove Icam sarà tra le aziende protagoniste del cluster del cacao, a Orsenigo si lavora al lancio di una seconda linea di prodotti di alto livello.