MILANO – Il fondente, in tutte le sue declinazioni e composizioni, è quello preferito dagli italiani, seguito da quello al latte che perde mercato perché contiene lattosio ed è sconsigliato in caso di intolleranza.
Dire cioccolato oggi è quanto meno riduttivo: l’effetto è lo stesso, ma cambiano i gusti, le porzioni, le confezioni. Biologico, halal, kosher, vegan, senza glutine…
La cioccolata è ancora preferita in tavoletta, ma avanzano formati più piccoli e praline (forse per farsi sentire meno in colpa per la dieta), pratici e ideali per una merenda o uno snack fuori pasto.
Il fondente in tutte le sue declinazioni e composizioni rappresenta il 40% degli acquisti; seguono il cioccolato al latte e quello bianco.
Quest’ultimo, a causa della presenza di latte in polvere, è sconsigliato alle persone intolleranti al lattosio (in Italia il 40% della popolazione, con sintomatologie differenti. Fonte: Rivista della Società Italiana di Medicina Generale).
Comunque sia, l’Italia non è un Paese molto… cioccolatoso: i consumi si aggirano attorno ai 4 kg all’anno a persona; poco a confronto con quelli degli svizzeri: 9 kg.
Detto della preferenza accordata al cioccolato fondente e dei nuovi formati, necessari per differenziarsi in un mercato sempre più concorrenziale ma anche per dare risposta a nuovi modelli di consumo, va evidenziata la tendenza a dare vita a forme sempre originali, capaci di garantire una migliore visibilità su scaffali ormai molto affollati: tavolette ultrasottili, quadrate, dotate di fori, a piramide…
Nuove frontiere anche per gli ingredienti, mixati in una serie pressoché infinita di sapori che danno vita a centinaia di gusti (dal wafer al biscotto, dalla menta al peperoncini, allo zenzero, al sale dolce, al Parmigiano Reggiano, al cardamomo, alla rosa…
Per non dire, infine, del packaging, sempre più raffinato e ammiccante anche nei colori e nella grafica, oltre che nell’utilizzo dei materiali per la confezione e nella modalità di apertura.