MILANO – Un altro tassello del lungo viaggio compiuto in Cina alla scoperta delle origini del tè e del caffè insieme al direttore commerciale di Chicco d’Oro Italia Giancarlo Samaritani. Il quale, accompagnato dall’occhio fotografico di sua moglie Silvia Minella, condivide con i lettori la visuale di una cultura e di luoghi molto lontani dal Bel Paese. Adesso arriva la quarta puntata nonché ultima, della rubrica per varesenews.it.
Cina tra tè, cavalli, colori, profumi
Spesso il nostro viaggio ha subito variazioni di programma a causa delle difficoltà del percorso.La strada che percorre la gola del fiume Nujiang è interrotta frequentemente da frane, ma proprio grazie a questi imprevisti avremo l’opportunità di vedere luoghi e incontrare personaggi che hanno arricchito la nostra esperienza conoscitiva del popolo cinese.
Abbiamo così scoperto sulle montagne del nord, ad altitudine di oltre 2.000 metri, coltivazioni di tè straordinari, piccole produzioni altamente selezionate
Abbiamo degustato dei tè veramente straordinari in un contesto altrettanto straordinario, accolti come fossimo vecchi amici da persone che non avevamo mai visto prima e con le quali nonostante le difficoltà delle lingua abbiamo costruito un rapporto di amicizia ed uno scambio culturale interessantissimo.
In particolare il Signor Jiulin, rappresentante della etnia Nu presso il governo centrale e divulgatore della cultura di questo antico gruppo etnico, ci ha intrattenuto insieme alla sua famiglia con racconti e musiche tradizionali.
Dopo un lungo percorso tra le inaccessibili pareti dei monti Hengduan, circondati da vette che spesso superano i 4.000 metri di altezza, finalmente raggiungiamo la parte finale dell’antica via carovaniera del tè e dei cavalli, ai confini con il territorio tibetano.
In Cina, “La via del tè e dei cavalli” veniva percorsa dai portatori
I quali trasportavano i preziosi tè di Pu’er attraversando i valichi del Tibet fino alla città di Lasa per barattarli con i cavalli tibetani, da qui il nome della rotta.
Gli abitanti del Tibet, già in epoca molto antica, avevano scoperto le qualità dell’infuso per loro prezioso in quanto facilitava una difficile digestione causata dalla loro dieta composta da cibi pesanti quali carne e formaggi.
In cambio fornivano di agili cavalli tibetani il fabbisogno degli imperatori costantemente impegnati in guerre per la conquista di nuovi territori.
Questo viaggio nello Yunnan ci ha permesso di sfatare alcuni luoghi comuni inerenti il popolo cinese diffusi tra le popolazioni occidentali che ho appurato non essere corrispondenti alla realtà.
Ci siamo appassionati e per questo stiamo già pensando al prossimo percorso sulle rotte degli mercanti cinesi del passato.
Le puntate passate a questo link.