MILANO – I consumi di caffè della Cina continuano a crescere e il gigante asiatico guarda con sempre maggiore interesse al mondo specialty, con un’attenzione a 360 gradi per tutte le origini pregiate. “Tutta la cultura cinese è inclusiva e quella del caffè non fa eccezione” spiega Jing Jianhua, fondatore di Hunan Xiaokazhu Coffee, una catena di caffetterie nata due anni fa, che punta ad aprire 200 nuovi locali entro la fine del 2023 concentrandosi soprattutto nelle città di fascia più bassa.
“Da noi è normale, ad esempio, consumare il caffè assieme al tè o al riso dolce fermentato” aggiunge Jianhua.
Un esempio di queste particolari usanze ce lo dà Yuenn & Yang Coffee, che propone, nel suo locale di Changsha, nella provincia di Hunan, il caffè Yirgacheffe etiope miscelato con il tè oolong.
La piattaforma di e-commerce Meituan stima il valore aggregato del mercato cinese del caffè in 200 miliardi di yuan (25,3 miliardi di euro), con una previsione di crescita a 369 miliardi entro il 2025.
“Da prodotto di nicchia, il caffè si sta trasformando gradualmente in un prodotto di consumo di massa” osseva Yao Siyi, fondatore di Cash Coffee, società operante nel settore del commercio.
“Molti consumatori, soprattutto giovani, comprano una macchina da caffè e frequentano dei corsi per imparare a usarla a casa”.
I consumi cinesi si sono ormai stabilizzati, negli ultimi anni, attorno ai 4,2 milioni di sacchi. La fascia sotto i 55 anni di età conta per oltre l’80% del totale; quella tra i 25 e i 45 anni, per quasi i due terzi (66%); quella tra i 25 e i 34 anni per oltre un terzo (36%).
Millennials e generazione Z sono considerati ormai, di fatto, consumatori di caffè “nativi”.
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