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Chef Pack di Policarta: i prodotti Starbucks li incarta un’azienda viterbese

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VITERBO – I prodotti Starbucks li incarta un’azienda viterbese. La Policarta di Bassano in Teverina (nella FOTO, una veduta dello stabilimento), con sedi negli Stati Uniti e in Australia, specializzata nel food packaging.

Produce involucri destinati agli alimenti per i più noti marchi mondiali e a fine ottobre un prodotto in particolare, Chef Pack è stato premiato negli Stati Uniti da una rivista specializzata e dall’istituto per il packaging, come il migliore nel 2017.

Dalla Tuscia, come racconta l’amministratore unico Arturo Giusti, un’azienda italiana va a insegnare come si fa negli Stati Uniti. A esperti nel settore.

Di cosa di occupa Policarta?

“L’attività di Policarta è da sempre quella di realizzare materiali per confezionare prodotti alimentari e cerchiamo di farlo sviluppando tecnologie proprietarie, quindi sostanzialmente brevetti”.

Effettuate ricerca?

“Sì, ricerca e sviluppo. Tutto in piena autonomia. Siamo noi che attraverso le nostre competenze sviluppiamo nuove tecnologie. Abbiamo un certo numero brevetti”.

Quanti?

“Sono una trentina, che poi si concentrano all’interno di tre brevetti, attualmente. Chef Pack è uno di quelli che lavorano in maniera importante sul mercato”.

Nello specifico, cos’è Chef Pack?

“Si tratta di un contenitore dedicato a confezionare prodotti senza glutine e quindi in tutta la sicurezza richiesta per portare l’alimento nella catena della ristorazione veloce, e con una qualità adeguata alle aspettative del cliente. Starbucks, dopo una selezione a livello mondiale, un anno e mezzo fa ha scelto di far uscire in tutti i punti vendita degli Stati Uniti questi prodotti senza glutine, utilizzando per il confezionamento, il prodotto Policarta Chef Pack. Questo ovviamente ha generato una serie d’attenzioni e interessi, tra i quali Qsr, rivista must nel settore della ristorazione veloce negli Usa. Settore che per noi in Italia sono i fast food, ma per loro quick service restaurant sono gli Starbucks, 611, Mac e via dicendo. È il mercato di riferimento nella ristorazione”.

Attenzione che ha portato al riconoscimento?

“Qsr e l’istituto del packaging statunitense ogni anno assegnano un premio a quella che ritengono essere l’innovazione più importante e nel 2017 è stata riconosciuta a noi, per una confezione che riunisce una serie di caratteristiche, dalla sicurezza alimentare alla qualità del prodotto, considerando anche l’impatto ambientale, in quanto è un prodotto totalmente compostabile”.

Un’azienda italiana che insegna il mestiere a professionisti Usa?

“Quello che è straordinario, a mio parere, è che una piccola azienda italiana vada a rubare il pane nel mercato statunitense, dove loro rappresentano un punto di riferimento. Voglio dire, l’Italia la ristorazione veloce la importa. In questo caso, importano loro una nostra tecnologia. Un’azienda italiana è andata negli Usa a insegnare loro come si fa”.

Quali sono le dimensioni di Policarta?

“La sede a Bassano in Teverina è grande seimila metri quadrati, con capannoni, laboratori e attrezzature. È stata fondata nel 1983 ed è la prosecuzione di un’impresa familiare nata oltre 150 anni fa. Ci lavorano una ventina di persone, fra diretti e indiretti. Siamo presenti anche negli Stati Uniti e in Australia. Esportiamo in tutto il mondo”.

Per quali marchi producete?

“Per tutti. Da Barilla in poi. Per Barilla abbiamo lavorato per quindici anni sempre con un nostro brevetto, poi hanno cambiato segmento di mercato. Lavoriamo per grandi pastifici, stiamo sviluppando diversi prodotti con marchi primari”.

Giuseppe Ferlicca

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