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martedì 05 Novembre 2024
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Charles Lu, dal fallimento di Luckin Coffee la rinascita nei noodles

La Luckin fu costretta ad ammettere di aver gonfiato i ricavi del 2019 di ben 340 milioni di dollari. Il gigante del caffè venne sbattuto fuori dal Nasdaq. Stessa sorte toccò a Lu, messo alla porta dalla compagnia

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PECHINO – Charles Lu è il nome dell’imprenditore che ha dato vita alla catena che si è contrapposta a Starbucks dalla Cina: Luckin Coffee ha avuto un’esplosione iniziale che ha travolto il mercato, ed è approdata alla quotazione di Wall Street, che però si è trovato di recente vicina al fallimento. Ora, lo stesso imprenditore dietro a questo marchio decide riprovarci con un altro prodotto, ovvero, i noodles. Su questo personaggio che è stato soggetto di uno dei più grossi scandali finanziari degli ultimi tempi, leggiamo un estratto dell’articolo dal corrispondente di repubblica.it Gianluca Modolo.

Charles Lu, dalla tazzina alla scodella

Sebbene Charles Lu non abbia nessuna esperienza nella ristorazione, c’è da dire che questo imprenditore ha un talento innegabile: aprire negozi alla velocità della luce. Come presidente della Car (China Auto Rental), in pochi anni ha portato a 3mila i negozi della compagnia di noleggio auto in tutto il Paese. Alla Luckin, nel primo anno al comando, ne ha aperti 2mila. Più che raddoppiati l’anno successivo, arrivando ad un totale di 4.910. Ora, con la nuova catena, Qu Xiaomian, l’obiettivo che si è dato è arrivare a 500 ristoranti ai quattro angoli del Dragone.

Il primo locale è stato inaugurato la settimana scorsa a Chongqing, patria appunto degli Xiaomian, i noodle preparati in una versione più piccante. E qualche giorno fa la nuova impresa di Lu è sbarcata pure a Pechino.

A fare notizia, lo scorso anno, fu però un’altra delle sue abilità: quella di dare un’aggiustatina ai bilanci

La Luckin fu costretta ad ammettere di aver gonfiato i ricavi del 2019 di ben 340 milioni di dollari. Il gigante del caffè venne sbattuto fuori dal Nasdaq. Stessa sorte toccò a Lu, messo alla porta dalla compagnia. A dicembre l’azienda venne condannata a pagare 154 milioni di euro (180 milioni di dollari). A risanare le casse ci hanno dovuto pensare due investitori – Centurium e Joy Capital – che ad aprile di quest’anno hanno immesso liquidità per 250 milioni di dollari.

Nonostante dopo lo scandalo sia precipitato in fondo alla classifica dei miliardari cinesi – passando dal 194esimo posto alla posizione numero 908, secondo la classifica di Forbes – il buon fiuto di Lu per gli affari sembra comunque funzionare ancora.

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