MILANO – Avevamo appena appurato, attraverso i risultati di uno studio italiano, che la caffeina può favorire la trasformazione dell’energia solare in termica come soluzione “green”. Adesso, grazie al frutto di un’altra ricerca nata quasi come un gioco, coordinata tra la Cina e gli Usa, un’altra scoperta simile. Ancora la caffeina, alimenta le celle solari di materiali sintetizzati come la perovskite. Ecco tutti i dettagli da ansa.it.
Celle solari e caffeina: la carica giusta per partire
La caffeina dà una carica di energia alle celle solari, soprattutto a quelle di nuova generazione, ottenute con materiali sintetizzati in laboratorio come la perovskite: migliora l’efficienza con cui convertono la luce solare in elettricità. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Joule e nata dalla collaborazione fra l’Università della California a Los Angeles (Ucla) e l’azienda cinese Solargiga Energy. Il risultato potrebbe aprire la via a celle solari in grado di competere sul mercato con le tradizionali celle solari al silicio.
L’idea è nata quasi come uno scherzo
Mentre i ricercatori parlavano delle celle solari a base di perovskite, davanti al distributore del caffè, si sono detti “e se anche le perovskiti, come noi, avessero bisogno di un caffè per aumentare la loro energia e ottenere risultati migliori?”, racconta uno degli autori della ricerca, Jingjing Xue, dell’Ucla.
La perovskite permette di realizzare pellicole sottili e flessibili, che potenzialmente potrebbero raggiungere efficienze simili a quelle del silicio, ma con un costo inferiore. Tuttavia questo materiale ha un inconveniente: non è stabile nel tempo e degrada se è esposto al Sole perché la luce interagisce con i suoi cristalli e tende a romperne i legami. Di conseguenza il materiale perde la capacità di raccogliere la luce e trasformarla in corrente elettrica.
Per migliorare la stabilità termica della perovskite sono allo studio diverse soluzioni
Ma nessuna finora aveva preso in considerazione il caffè. Quando allo strato di perovskite sono state aggiunte le molecole di caffeina, queste hanno formato un ‘blocco molecolare’ che ha reso i cristalli più puri e stabili, portando l’efficienza della cella solare dal 17% a oltre il 20%.