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Cecafé: in ripresa l’export di caffè del Brasile verso l’Italia

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MILANO – Riparte l’export del Brasile. Secondo i dati di Cecafé, durante il mese di maggio le esportazioni di caffè in tutte le forme sono risalite a 2.805.762 sacchi, un incremento del 5,1% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Spettacolare balzo in avanti per il fatturato, che vola a 668 milioni di dollari (+83,1%,), per effetto della forte ripresa dei prezzi.

L’export di caffè verde raggiunge quota 2.528.668 sacchi, in crescita del 5,9%. I volumi di arabica sono in ripresa del 15,6%, a 2.407.541 sacchi.

In caduta libera invece i robusta, con appena 121.127 sacchi: il 60,1% in meno rispetto a maggio 2021.

Un calo dovuto alla maggiore domanda della varietà meno pregiata da parte dell’industria nazionale, che ha ridotto notevolmente la disponibilità esportabile.

export BrasileLieve flessione (-1,9%) invece per le vendite di caffè trasformato, che ammontano a 277.094 sacchi e sono costituite perlopiù da caffè solubile.

Le esportazioni dall’inizio dell’anno rimangono inferiori del 7% a quelle dei primi 5 mesi del 2021 risultando pari a 16.621.375 sacchi. L’export di caffè verde arretra del 7,3%, a 15.102.186 sacchi (cliccare sulle tabelle per ingrandirle).

Calo contenuto (-1,9%) per gli arabica, con 14.462.830 sacchi esportati. Molto negativo il trend dei robusta (-58,6%), i cui volumi crollano a 639.356 sacchi, contro oltre un milione e mezzo l’anno scorso.

L’export di caffè trasformato del Brasile è a sua volta in flessione del 3,6%, a 1.519.189 sacchi.

L’export verso Usa e Germania, i due più importanti mercati brasiliani, è in calo rispettivamente del 5% e del 3,8%.

Forti incrementi, invece, per gli imbarchi alla volta del Belgio (+ 29,55%) e dell’Italia.

export BrasileLe esportazioni verso il nostro paese risalgono a 1.405.940 sacchi (+7,18%). Tra gli altri principali mercati arretra soltanto il Giappone (-26,12%), mentre avanzano Colombia, Spagna, Corea del sud e Regno Unito.

L’evoluzione sopra descritta si riflette nella graduatoria dei porti di destino, che vede prevalere ancora una volta lo scalo belga di Anversa, davanti a quelli tedeschi di Amburgo e Brema. Genova è quinta, alle spalle di New Orleans, con 724.838 sacchi.

Secondo il presidente di Cecafé Günter Häusler, il lieve progresso registrato negli imbarchi ha alleviato in parte i ritardi accumulati dall’inizio dell’annata di raccolto.

“Il modesto incremento del mese trascorso riflette la migliorata situazione logistica, che ha consentito di rispettare gli impegni per il mese in corso, nonché di smaltire parte dei carichi in giacenza nei porti,” ha dichiarato Häusler.

Ma gli operatori continuano a fare i conti con i colli di bottiglia logistici, dovuti ai congestionamenti dei grandi scali asiatici e nord americani. E con le conseguenze della guerra.

“Gli esportatori brasiliani continuano a incontrare difficoltà nel reperire i container e gli slot a bordo delle navi e devono fare i conti con i forti rincari dei noli. Il perdurante conflitto tra Russia e Ucraina, al di là della tragedia umana, si riflette direttamente sui nostri imbarchi.

La Federazione Russa, che era normalmente il nostro sesto mercato, è scivolata al 13° posto, con un calo del 43% dei volumi esportati. Pur con volumi più modesti, l’Ucraina registra a sua volta una flessione del 65%,” conclude Häusler.

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