MILANO – Cresce ancora l’export brasiliano di caffè in tutte le forme. Secondo le cifre pubblicate la scorsa settimana dal Consiglio degli esportatori di caffè del Brasile (Cecafè), gli imbarchi del primo produttore mondiale sono stati pari, in febbraio, a 2.745.541 sacchi (+24,2%), per un fatturato di 386,447 milioni di dollari (-9,7%).
Nonostante i rilevanti rincari registrati dalle quotazioni degli arabica sui mercati a termine, il prezzo medio per sacco è stato pari a 140,75 dollari, ossia il 27,3% in meno rispetto allo stesso mese del 2013.
Divergenti gli andamenti delle principali voci di esportazione. Nell’ambito del caffè verde rileviamo infatti incrementi rilevanti sia per quanto riguarda gli arabica (+27,5% per un volume di 2.515.048 sacchi), che i robusta (+273%, per un totale di 143.276 sacchi). In calo invece le esportazioni di solubile (-3,4%, pari a un volume di 228.876 sacchi) e di caffè torrefatto (-3,5%)
Nei primi 2 mesi del 2014, le esportazioni sono state in totale di 5.504.993 sacchi (+15,6%), per un valore di 768,698 milioni di dollari (-17,9%). L’export di caffè verde è cresciuto del 17,1% raggiungendo un totale di 4.991.352 sacchi, di cui 4.732.673 sacchi di arabica (+13,1%) e 258.679 sacchi di robusta (+240%).
Le esportazioni di caffè differenziati sono state pari a 946.880 sacchi, di cui 933.345 di arabica e 13.535 di robusta. L’export di caffè trasformato cresce del 3% e ammonta complessivamente a 513.641 sacchi, di cui 510.760 di solubile.
Solo il 2% dei volumi imbarcati ha preso la via degli altri paesi produttori.
L’Europa rimane la principale area di destinazione dell’export brasiliano, con un volume complessivo che ha raggiunto, sempre nei primi 2 mesi dell’anno, quota 3.015.996 sacchi (+17%), pari a una share del 55%. Il nord America ha importato dal Brasile 1.371.361 sacchi (+35%), pari a una quota del 25%.
Seguono l’Asia (912.532 sacchi, -5%), il sud America (96.633 sacchi, +28%), l’Oceania e l’Africa. L’export brasiliano verso la sola Unione Europea è stato pari a 2.769.683 sacchi (+16%), pari alla metà circa degli imbarchi.
Nella graduatoria relativa ai singoli paesi primeggiano gli Usa, con 1.168.020 sacchi importati (+27,86%) seguiti da Germania (1.011.089 sacchi, 12,26%), Italia (485.968, + 9,65%), Giappone (357.563, – 32,05%) e Belgio (350.094, + 15,98%)
Le esportazioni verso i paesi importatori tradizionali ammontano a 4.409.316 sacchi, in crescita dell’11,2% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Prevale l’export di arabica, che ha raggiunto i 3.897.631 sacchi (+7,8%). L’export di robusta cresce del 258,7% ed è pari a 221.549 sacchi. Incrementi lievi per il solubile (+1,2%), le cui vendite verso questa categoria di nazioni si attestano a 287.395 sacchi.
Le esportazioni verso i mercati importatori emergenti crescono di ben il 34,2% risultando pari a 975.090 sacchi, costituiti soprattutto da arabica (794.616 sacchi, +42,4%) e da solubile (174.294, +7%).
Sebbene ancora limitate, come già detto, in termini percentuali, esportazioni verso gli altri paesi produttori evidenziano una forte espansione (+72,1%) in termini assoluti, alla quale hanno contribuito interamente le esportazioni di caffè verde.