MILANO – Crolla l’export brasiliano, che a febbraio è in calo di un terzo rispetto a un anno fa, ai minimi dal 2013: secondo i dati di Cecafé – diffusi ieri, giovedì 9 marzo, a fine giornata – le esportazioni di caffè in tutte le forme del Brasile sono state infatti di appena 2.395.984 sacchi, il 33,3% in meno rispetto allo stesso mese del 2022.
Come spiega nella nota il presidente di Cecafé Márcio Ferreira, i prezzi degli arabica sul mercato interno superano quelli delle quotazioni di New York rendendo più convenienti le vendite in patria.
Per questo, i flussi commerciali verso l’estero sono inferiori a quelli normali, limitandosi soprattutto alla copertura delle vendite precedentemente stipulate. E ciò sta decisamente impattando le esportazioni.
A ciò si aggiunge la domanda – sempre sostenuta e in ulteriore crescita – di caffè robusta da parte dell’industria nazionale.
Questi due elementi contribuiscono a determinare una situazione anomala destinata a durare, con buona probabilità, sino a quando sarà immesso nel mercato il nuovo raccolto di arabica. Ossia a partire da giugno-luglio, conclude Ferreira.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.