MILANO – L’espansione di Starbucks in Italia è continua: prossima tappa, Torino. Una città da conquistare con le proposte della catena americana già apprezzata a livello internazionale. E che nell’ultimo anno ha fatto parlare anche i palati italiani, in casa propria. Le parole del responsabile Italia Vincenzo Catrambone, nell’intervista di Christina Benna per repubblica.it.
Catrambone presenta la prossima mossa di Starbucks Italia
Starbucks sbarca in centro a Torino, tra via Buozzi e via Amendola, con il suo primo punto vendita, ma già pensa alle prossime aperture in città. «Oggi — spiega il general manager di Starbucks Italia, Vincenzo Catrambone — siamo molto concentrati sull’inaugurazione del primo store torinese che si terrà a fine mese, ma stiamo valutando anche altre location. Torino è una città in cui crediamo moltissimo».
Dottor Catrambone, dovrete sgomitare per farvi largo in una città che ha scritto la storia del caffè: dall’invenzione della prima macchina per l’espresso, della miscela, fino alla presenza di big come Lavazza e Vergnano.
Come conquisterete i torinesi?
«Noi siamo entrati nel mercato italiano in punta di piedi ma con un format di altissima qualità che è la Roastery di Piazza Cordusio 3 a Milano. Su Torino ci approcciamo con la stessa umiltà. Consapevoli della storia del territorio e delle vostre bellissime caffetterie, ma allo stesso tempo siamo convinti della forza del prodotto».
Come sarà il primo Starbucks di Torino?
«Uno store originale, curatissimo nel design e diverso da tutti gli altri negozi. A fine mese apriremo una caffetteria di tre piani, circa 545 metri quadrati dove ci saranno 150 posti a sedere e un grande dehors all’esterno. Un luogo accogliente, per un pubblico giovane e dinamico ma anche per chi deve organizzare un meeting d’affari molto informale».
Quante persone contate di assumere?
«Abbiamo già selezionato 40 persone, una squadra che si alternerà nelle varie fasce orarie, saremo aperti dalle 7.30 fino alle 21, da colazione fino a sera. Il format è quello tradizionale di Starbucks, ripensato per il pubblico torinese: un bar italiano d’eccellenza».
Quindi servirete caffè americano e Frappuccino? «Anche. Ma non solo. Il menu è molto vario, dai croissant ai tramezzini ai dolci tipici della tradizione americana. Portiamo il nostro format in una città che ha un grande potenziale di crescita».
A Torino invece prevale un pessimismo sul futuro del commercio tradizionale. Tanti negozi storici stanno chiudendo.
«Noi pensiamo il contrario. E infatti non ci limiteremo a una sola apertura. Torino è ricca di musei, di turismo e di cultura. In particolare ci interessano le zone di passaggio come ferrovie e aeroporti».
Arrivate nei giorni in cui si sono alzati gli scudi contro l’acquisizione di Lurisia da parte di Coca Cola e dopo le proteste contro i Burger King nei pressi dell’Università.
«Non entro nel merito di vicende che non conosco. Mi limite a dire cosa è Starbucks: un negozio nato negli anni ‘70 a Seattle che è diventato una multinazionale nel rispetto dell’etica e degli agricoltori da cui compriamo il caffè».
Sfiderete Lavazza e Vergnano anche nei supermercati?
«Abbiamo un accordo con Nestlé per la rivendita di caffé in capsule nei supermarket Esselunga ».